ROGUE SOUP 1982

 

Andy Partridge salta fuori dal furgone e sprofonda nella neve fino alle ginocchia. Il gruppo si rannicchia dentro al furgone mentre lui, trascinandosi faticosamente lungo il campo, si sfoga contro un albero. Si trovano nel nord dello stato di New York nel dicembre del 1980, ma potrebbe essere un altro momento e un altro pianeta. Da altre parti, i portuali polacchi combattono per l'indipendenza, dozzine di diplomatici statunitensi aspettano di essere rilasciati dall'Iran, Ronald Reagan s'insedia nella stanza ovale, e la polizia inglese sta per acciuffare Peter Sutcliffe, il debosciato dello Yorkshire. Fermo in mezzo al paesaggio monocromatico e sotto il cielo plumbeo, Andy abbassa lo sguardo per chiudersi la patta e smarrire se stesso. L'esaurimento ha sommerso la sua mente come un'ondata, e spazza via tutti i suoi ricordi. Si guarda in giro, non ricorda dov'è, né quando e perché si trova lì, non ricorda nemmeno chi è. La neve soffice e le nuvole basse attutiscono ogni suono e distorcono il suo senso di prospettiva. Non ci sono punti di riferimento, niente su cui focalizzarsi se non il furgone e le facce che lo scrutano. Si trascina verso il furgone attraverso la neve.  Ci entra in silenzio, si rannicchia in posizione fetale e si lascia andare ad un pianto dirotto.

Tutte le band hanno vissuto momenti di crisi a furia di fare concerti. Ma gli XTC raramente sembrano uscire di strada, anche se passano le giornate senza alcun contatto umano prima di essere spinti di fronte a migliaia di fan urlanti. E per cosa? Suonano lo stesso numero di concerti dei Police e vendono lo stesso numero di biglietti, ma nulla gli viene in cambio. I Police viaggiano come si deve, dormono come si deve, e non devono preoccuparsi di nulla se non di suonare. Gli XTC hanno un furgone, due roadie, motel economici, e soldi a sufficienza per sfamare un piccolo roditore coi prezzi di Calcutta. Tutto ciò rode Andy – le loro misere entrate, non il piccolo roditore – e quando queste cose si nutrono di lui, nuocciono alla sua salute e al benessere di chiunque altro sia a distanza di sputo. Ha già saltato un concerto in Canada per colpa della gastroenterite, lasciando la band a suonare le canzoni di Colin. Ora si sente malato emotivamente. Decide in cuor suo che dopo l’album successivo non suonerà più dal vivo .

Il resto del gruppo è conscio del fatto che Andy è infelice; beh, dovreste provare a stare insieme a qualcuno che singhiozza tutto il tempo sulla vostra strumentazione. Ma pensano che sia solo un periodo così. A loro piace suonare in giro, nonostante i disagi. Dave sta da poco iniziando a capire che questa è una carriera a tempo pieno e, nonostante la sua apparente indifferenza per la platea, ama suonare. Colin bilancia la sua naturale timidezza con il desiderio di mettersi in mostra e, in ogni caso, ritiene che l'andare in tour faccia parte dell'intera faccenda. Terry considera l'andare in giro per concerti come una festa senza fine. Andare in tournée è un'opportunità per vedere il mondo, e berselo tutto. Solo durante le tournèe può ritenersi sullo stesso piano degli altri elementi del gruppo.

A Swindon torna ad essere il buon vecchio Terry Chambers. Quando annunciano una sospensione di due mesi dei concerti per la composizione dell'album successivo, coglie l'opportunità per guadagnare quattrini per qualche birra lavorando in un cantiere edile. Quattrini che spende rapidamente, di norma con il suo amico Dave Simpson, un uomo dal taglio di capelli alla Rod Steward e una Ford Capri che rompe costantemente. Andy pensa che Simpson abbia perennemente una gamba fratturata. Ma questo non ostacola le loro notti selvagge, né a lui né a Terry.

Mentre Terry si diverte, Colin ed Andy compongono sul loro impianto a cassette. Come Lennon e McCartney prima di lui, Andy sta compensando l’odio per il suonare dal vivo con la passione di suonare in studio. Diventa una prostituta da studio, registrando o producendo per Joan Armatrading, the Residents, Ryuichi Sakamoto, e Thomas Dolby. Il resto del tempo lo dedica a scrivere nuovo materiale sulla sua nuova chitarra acustica – in uno spettacolo televisivo dove gli artisti donano le loro magliette, sono fin troppo generosi,  Andy regala la sua chitarra e Colin un disco d'oro.

La nuova chitarra acustica lo spinge verso arrangiamenti acustici, minando segretamente la capacità del gruppo di suonarli dal vivo. Colin ascolta la direzione verso cui sta andando Andy e compra un basso senza tasti Ibanez dal suono caldo. Per settimane creano un disco che li porta lontano dal loro passato rumoroso, violento ed esuberante per trasformarli in XTC pastorali.

Dopo aver provato a Swindon, fanno un tentativo, poi abortito, di registrare con Clive Langer e Alan Winstanley. Ciò li stimola a pensare di potersi produrre da soli – dopo tutto, è così difficile fare il produttore? In autunno affittano il Manor per un paio di mesi e chiedono a Hugh Padgham se voglia fare l'ingegnere del suono senza Steve Lillywhite.

Le registrazioni sono fatte in fretta, tra una partita di Cocker e l'altra, (un gioco inglese per bambini dove s'infilano castagne con delle corde, quel tipo di castagne per i cavalli che cadono in autunno nell'Oxfordshire, dopodiché si fanno roteare per cercare di conquistare, o di fracassare, le castagne dell'avversario). Mentre giocano si trastullano con i titoli: Rogue Soup, Motorcycle Landscape, World Color Banner, Explosion of Flowers, Knights On Fire.

Decidono per English Settlement. E' un disco doppio. L'incubo per ogni addetto al marketing, tanto che l'etichetta americana insiste per farne un disco singolo, e rimuove un paio di canzoni. Le quindici canzoni crescono in ogni direzione fino a durare anche sei minuti e mezzo, e coprono ogni area degli interessi musicali degli XTC. E' un disco bellissimo, anche se bizzarro, e tre di queste canzoni s'impongono come il momento più eccellente di Andy Partridge, tra queste il successo da Top Ten delle classifiche inglesi "Senses Working Overtime". E' il loro più grande successo, e il catalizzatore che conduce Andy vicino alla pazzia. Con un successo come quello, non c'è modo di impedire la ripresa dei tour dal vivo.

 

 

ENGLISH SETTLEMENT

PARLANDO TRA LE RIGHE…


 

Neville: E allora andaste ancora in tour!

Colin: Avevamo un manager privo di sensibilità.

Andy: Ci teneva in tour.

Colin: E ci pagava poco.

Andy: Ci inviava a chiedere la restituzione delle colonie.

Colin: Ci conoscevano come i Vasco de Gama.

Andy: I Vasectomia de Gama. Suonavamo in quelle stalle per tutto il Midwest e pensavamo, tutti qui indossano un cappello alla texana. E io no! Vedranno  quel che faremo nel modo giusto?

Neville: Probabilmente no, se avessero potuto ascoltare qualcosa delle cose che dicevate. Ancora una volta, dovevate prendere la vita così com'era per potervi divertire in studio.

Andy: Alla Virgin pensavano che avremmo dovuto lavorare per fare un singolo con i produttori che erano in testa alle classifiche, i produttori dei Madness, Clive Langer e Alan Winstanley. Andammo alla Townhouse con "Ball and Chain", "Punch and Judy", ed una piccola idea strumentale, ed il primo giorno Clive se ne saltò fuori dicendo "Non avete bisogno di me, per cui me ne vado". Abbiamo completato le sedute di registrazione agli AIR Studios con Alan, ma avevamo registrato solo "Thebes In a Box".

Neville: Suppongo che Clive non sopportasse l'aroma di "Eau De Swindon".

Andy: Abbiamo passato l'estate del 1981 scrivendo e provando nello sala prove Tudor di Fatty Alderton, e faceva proprio un gran caldo. Non c'era l'aria condizionata e tutti i gruppi hard rock di Swindon andavano lì a provare, a bere il loro sidro e a pisciare negli angoli.

Neville: Si parlava di "Eau De Swindon".

Andy: Terry aveva dimenticato come suonare la batteria. Aveva passato l'inizio dell'estate lavorando in cantieri edili, e sedersi dietro la sua batteria non era come stare su un'impalcatura. Era semplicemente incapace. Disse, "Datemi un paio di ore e ci riuscirò ancora". Trasportare tegole lo aveva messo in un diverso stato mentale, ed era stato fuori per qualche grossa sbronza a Brighton. Ci sono leggende di gente che passa attraverso tetti di vetro dal terrazzo del secondo piano e che lascia enormi stronzi negli orinali. Di nascosto Chambers era un po' teppista. Fu circa in quel periodo che lui e il suo amico piombarono in una rosticceria cinese vicino ai ponti di Whitehouse. Erano sbronzi di brutto e, semplicemente, pensarono che ci dovesse essere del contante che traboccava dalla cassa.

Colin: Ma c'erano solo patatine.

Andy: Tutto quello che trovarono fu una vasca da bagno smaltata piena di patatine precotte. Così, disgustati, pisciarono entrambi nella vasca e se ne andarono. Se lo avessi saputo non gli avremmo condonato quel comportamento.

Neville: Eravate ancora a corto di soldi allora?

Andy: Ognuno comprò uno strumento nuovo. Come un idiota diedi via la mia vecchia chitarra acustica al programma del sabato mattina della BBC, "Swap Shop", così da dovermene comprare un’altra.

Dave: Vendevano all'asta cimeli del rock per 600 sterline, credo, e non è poco per un'Antoria.

Andy: Mi era costata circa venti sterline.

Colin: Io comprai un basso fretless, senza tasti.

Andy: Ci terrificò quando lo comprò.

Colin: Pensavo di fare la cosa giusta, e che sarebbe andato bene con le cose acustiche che stavamo scrivendo, ma in concerto era una cosa impossibile. Devi possedere del talento per suonare qualcosa senza capotasti e io non l'avevo. Appena le luci si spegnevano… il resto è storia.

Andy: E Dave comprò la Rickenbacker a dodici corde che si sente su tutto English Settlement.

Dave: Avevo sempre sognato di possederne una, ma fino ad allora sarebbe sembrata un po' una inutile pazzia. Mi innamorai totalmente del suono.

Neville: Alla fine fu vero amore.

Andy: Obbligai Terry a comprare un paio di tamburi, un nuovo rullante ed un timpano, mentre io mi comprai una Yamaha acustica. Quando compri uno strumento nuovo non lo puoi valutare da solo, hi hi. Mi costrinse a concedermi il permesso di scrivere canzoni acustiche senza però doverle convertire in elettriche. Pensavo, non è fantastico non doversi preoccupare dei concerti live? Mi aprì a possibilità di nuovi suoni, dove gli arrangiamenti per i concerti importavano meno. In concerto ero impazzito un paio di volte e volevo una pausa. Lo dissi a Colin, che sembrò confuso.

Colin: Pensavo solo che se non suoni dal vivo non sei una vera band.

Andy: E Dave, che era un vero professore, disse, "Su con la vita. Uscite da qui e fategli vedere cosa sapete fare". Non lo chiesi a Terry perché sapevo sarebbe stato contrario. Lui viveva solo per salire sul palco ed iniziare a bere.

Dave: L'esperienza dei concerti dal vivo stava appena iniziando a ripagare. Ma compresi che Andy ne avesse abbastanza. Credevo che una volta concluso il disco avrebbe cambiato modo di pensare, ma mi ero abituato all'idea che fosse un lavoro e pensai, Bene, può essere che questo sia l'inizio del nostro periodo Pepper. La nostra fase del non suonare dal vivo. Fu un peccato, perché questo è il disco che ci avrebbe fatto fare carriera.

Neville: La fece fare a Hugh Padgham.

Andy: Pensammo, stupidamente, che avremmo potuto risparmiare un po' di soldi ed avere solo Hugh. E comunque aveva sempre fatto il lavoro sporco per Steve Lillywhite.

Colin: E noi volevamo avere la responsabilità del cambiamento.

Andy: Pensavamo E' solo questione di far girare qualche manopola.

Colin: E Hugh avrebbe potuto farlo mentre noi prendevamo le decisioni musicali.

Andy: Forse non fu una grande idea perché secondo me il suono del disco è incompleto.

Dave: E' solo che non abbiamo avuto il tempo necessario.

Neville: Cercare di registrare venticinque canzoni in sei settimane non è molto intelligente, vero?

Andy: Ne abbiamo persa qualcuna lungo la strada, ma ne avremmo dovuto lasciar perdere qualcuna di più.

Colin: Ma se non ha un produttore, il gruppo è indotto a essere  indulgente con sé stesso.

Dave: Non è che avessimo troppe canzoni. Non avevamo solo il tempo necessario.

Andy: Hugh prese qualche decisione musicale, come tagliare un paio di minuti nel mezzo di "Melt the Guns", ma lui non è polemico, solo pacatamente insistente.

Colin: Assecondava i tuoi capricci.

Andy: E probabilmente faceva quello che voleva appena giravi le spalle.

Dave: Avrei voluto solo avere più tempo. E come gruppo stavamo facendo le cose migliori che avessimo mai fatto. Eravamo un meccanismo ben oliato.

Neville: In special modo Terry, da quello che si sente.

Andy: Ci venne a trovare il nostro grasso amico tedesco, Hans de Vente, mentre eravamo lì. In Olanda avevamo vinto l'Edison Award come miglior disco e ci aveva chiesto se poteva ritirarlo al posto nostro. Dopodiché voleva tenerselo per sé. Io gli dissi che non c'era sopra il suo nome, per cui no, e lui disse qualcosa tipo, "Mettetevelo nel culo" e  lo ficcò a testa in giù in un'aiuola di fiori.

Neville: E qualcosa a proposito della "papera" sulla copertina del disco?

Andy: Non so da dove salti fuori questa parola.

Neville: Forse dalla vostra determinazione a mettere radici in Inghilterra e a lasciarvi alle spalle il girare per il mondo.

Andy: Penso che fosse solo perché eravamo affascinati dall’Uffington Horse. Una specie di simbolo locale. Colin ce l'ha persino sulla targa.

Colin: Solo perché è il simbolo del concessionario. Non ce l'ho per vanità.

Andy: Sì, certo! L'etichetta americana pensava fosse una papera. E' una raffigurazione molto primitiva di un cavallo, ma non è questo che importa. E' una demarcazione di confine per le tribù, un confine che dice, "Swindon inizia qui".

Neville: "Attenzione! Qui abitano i mostri". E che opinione avete del disco?

Dave: Per noi è stato un disco spartiacque. Avevamo fatto un paio di dischi di chitarre frizzanti ed ecco che salta fuori questo lato acustico. E' stato chiaramente un progresso. La prima parte sembra una raccolta di canzoni ben affilate, ma gradualmente fa capire che ci voleva molto più lavoro.

Andy: Un paesaggio grande, vuoto e incompleto. Un viaggio da "Runaway" a "Snowman", un viaggio di semplicità al contrario. Col senno di poi, mi piace la sua natura incompleta. Lo fa sembrare più grandioso, più aperto.

 

 

ENGLISH SETTLEMENT

SULLE CANZONI


 

“RUNAWAYS”

(Colin Moulding)

Un bimbo che corre nell'oscurità lungo la difficile spalla dell'autostrada, da un gruppo di lampioni all'altro, ignaro del traffico della notte così come il traffico lo è di lui. In questo modo Andy Partridge raffigura "Runaways". Come molti ragazzi anch'egli è scappato, andando lontano fino al ponticello pedonale che segna il confine di Penhill. Qui ha aspettato una mezz'oretta, per poi tornare a casa e meravigliarsi di non essere mancato a sua madre.

Colin non è mai scappato, cosicché questa prima fuga dal formato classico della hit da tre minuti è un prodotto della sua immaginazione. "Casa mia era abbastanza a posto, sul serio", dice Colin. "Se mio padre e mia madre hanno mai litigato, è stato dopo che io ero andato a dormire. Non erano certo espansivi". Come brano d'apertura del disco, "Runaways" si avvicina furtiva all'ascoltatore come una massa di chitarre stridenti che appaiono all’orizzonte, condotte da un colpo di grancassa rimbombante, da un colpo solo, stile reggae. Degli XTC completamente differenti. Un modo molto diverso per cominciare un disco. "Pensavo che fosse un modo carino per introdurre quell'ammasso di canzoni", dice Andy. "Era come passeggiare alla volta di una foresta che diventa man mano sempre più grande, fino a che improvvisamente ci sei dentro e stai combattendo per attraversarla".

 

 

“BALL AND CHAIN”

(Colin Moulding)
(Singolo e brano dell’album)

Swindon per 150 anni non è stata considerata un posto piacevole, ma la devastazione, come è stato chiamato il risanamento edilizio degli anni sessanta e settanta, aveva strappato via il cuore della comunità. La miseria dei luoghi di demolizione è terreno fertile per la germinazione di canzoni. Ma Colin scrive le parole con tutta la finezza del suo omonimo, di cui se ne rammarica ancora oggi. "Ho provato un po' di imbarazzo quando lo ho scoperto in questi giorni. E' stata un po' troppo esagerata. E per giunta dritta in faccia". Poco sottile anche musicalmente. "Noi tutti stavamo opprimendo Padgham, gridandogli, 'Più violenza! Più forte! Deve essere più aggressiva' ", dice Andy. "E quel povero diavolo metteva microfoni per tutto lo studio cercando di trovare l'atmosfera per la batteria, e per gli amplificatori delle chitarre e per tutto il resto. Il coro alticcio e rauco fu come se cantato da un gruppo di scout sbronzi di sidro".

Naturalmente è sempre la canzone che meno piace all'autore che alla fine è scelta come singolo – "Sgt. Rock" e "Dear God" fanno parte di questa categoria, assieme a "Ball and Chain". E' impacchettata molto bene in una copertina triste raffigurante l'ultimo proprietario di casa di Westcott Street, uno dei terreni dell'era Vittoriana di Swindon, che protesta contro le demolizioni, ma Colin non ne è comunque contento. "Avrebbe dovuto essere nascosta in qualche seconda facciata", dice Colin. "Attirò troppe attenzioni". "Si tratta proprio di una nuova Swindon temeraria", dice Andy. "Nota bene, io amo il sentimentalismo. Avrei voluto scriverci una canzone".

 

 

“SENSES WORKING OVERTIME”

(Andy Partridge)
(Singolo e brano dell’album)

Nonostante gli attacchi di depressione che lo avevano costretto ad assumere il Valium fin da piccolo, Andy ha spesso scritto canzoni evocanti la pura gioia di vivere. "The Wonderment" doveva diventare una di queste canzoni, ma non va molto bene. Seduto nel suo studio al numero 46 di Kinghill Road, fa a pezzi la canzone per gli avanzi. Il giro principale è ricondizionato per formare l'ossatura di "Tissue Tigers", e le parole? "Un paio di settimane prima l'etichetta canadese chiese di pubblicare un EP con cinque canzoni, e cercando di trovare un nome adatto per una raccolta di cinque canzoni, lo chiamai The Five Senses EP. Cosicché pensai che i cinque sensi che lavorano costantemente era il modo con il quale si può provare la meraviglia della gioia di essere vivi".

La canzone cresce man mano, con versi da canto fermo gregoriano e con qualche truffa sparsa per farci entrare in sintonia con la terra, e un middle eight picchiato per ricordarci che anche i prepotenti possono essere belli. Aggiungiamoci delle chitarre sferraglianti ed un ritornello perfettamente accattivante e – ecco fatto! "Andy Partridge, il re del Valium, presenta un chiassoso divertimento medievale, con i Bootleg Byrds che suonano 'Serf[1] Music'."

"Pensai, Cristo! Come la prenderanno alla Virgin? Dato che sembra qualcosa che avrebbero dovuto fare i Genesis o i Queen, e quelle sono band che un paio di anni prima erano state disprezzate apertamente", dice Colin. Immediatamente Dave nota similitudini con la "It's All Too Much" dei Beatles, ed Andy crede che sia possibile. "Suppongo di aver riscritto l'idea, anche se in quel momento non me ne accorsi. Ora posso notare la somiglianza". Ma sta effettivamente facendo uno dei suoi costanti tentativi di scrivere una canzone tipo la "Autumn Almanac" di Ray Davies, anche se con più ritmo. Questa volta funziona, ed entra nelle prime dieci in classifica, anche se solo in Inghilterra. "Immaginai subito che la strofa accattivante lo facesse sembrare un singolo", dice Andy. "Ma quando la finimmo pensai che fosse troppo frammentaria. Alla Virgin credevano dovesse diventare un singolo, e io pensai, impossibile! Ma mi sbagliai di grosso".

 

 

“JASON AND THE ARGONAUTS”

(Andy Partridge)

Andy è nato sull'isola di Malta, roccaforte navale sin dal medioevo. Suo padre era stato in marina e, benché i Partridge erano tornati a Swindon quando Andy aveva tre anni, egli ama le storie marinaresche in posti lontani che raccontava suo padre. "Ho sempre desiderato andare in marina come mio padre ma fortunatamente mi sono unito ad una band, ed ho visitato varie parti del mondo senza sprecare olio di gomito. Con noi che viaggiavamo così tanto e ci aprivamo gli occhi con ciò che osservavamo, pensai di poter scrivere una canzone sotto forma di ricerca", dice Andy. "Le parole sono un sacco di  pezzi e frammenti che avevo trovato durante i tour".

La "Tales of Brave Ulysses" dei Cream aveva stuzzicato l'interesse di Andy nell'incorporare la mitologia greca in una canzone e, con un po' di immaginazione, si può vedere una similitudine tra le avventure dell'essere in tour e quelle di Giasone e gli Argonauti. "Era come una canzone sul viaggio che è la vita", dice Colin.

La musica abbellisce questo tema con un continuo riff ciclico di chitarre che rappresenta la ruota della vita, assieme ad altri rumori continui e a melodie che ci girano intorno, come gli eventi durante il percorso. "La amo. Si appella alla mia tendenza psichedelica e mostra quanto Andy stesse iniziando a lavorare sulle aree che mi piacciono", dice Dave. Ma il fascino è calciato fuori dal soprannome "Chintzy"[2], dopo aver visto "Jason and Chintzy", una coppia piuttosto bizzarra, che appare in un giornale porno portato sul furgone dei tour, perché Jason ha un pene che assomiglia a un semaforo.

 

 

“NO THUGS IN OUR HOUSE”

(Andy Partridge)
(Singolo e brano dell’album)

Il Fronte Nazionale, un cosiddetto partito "politico" specializzato nel terrorizzare gli inglesi di colore, nei primi anni ottanta è un serio problema. Andy scrive "No Thugs In Our House" come storia morale su un tale idiota motivato politicamente di nome Graham, senza realizzare che il fratello di Colin porta lo stesso nome. "A quei tempi non lo sapevo perché suo fratello è una figura misteriosa", dice Andy. "Volevo scrivere un'opera da tre soldi con ogni strofa a rappresentare una scenetta". Graham distribuisce i suoi volantini neo nazisti. Quindi, "coraggiosamente", lui e la sua banda picchiano un giovane asiatico, perdendo accidentalmente il portafoglio sul luogo. Quando la polizia cerca di arrestarlo i suoi genitori non possono credere che si tratti proprio del loro piccolo angelo, ma il padre, un giudice dell'alta corte, è sicuro di poter sistemare il rilascio del ragazzo.

"E' come se Johnny Winter incontrasse una violenta Tamla-Motown", dice Andy. "In questa canzone ho messo il mio più grande grido di ribellione, il che mi dava anche la possibilità artistica, durante i concerti, di schiarirmi la gola. Tuttavia, ed è abbastanza divertente, nella mente sentivo che la mia parte di chitarra dovesse essere un po' più alla 'Summertime Blues' ".

Andy continua il tema teatrale con la copertina del singolo, che per questo è particolarmente ricercato dai collezionisti, consistente in un teatro d'arte drammatica di carta alla Pollock, con il cast degli attori ritagliabile per farli recitare sulla scena.

 

 

“YACHT DANCE”

(Andy Partridge)

"Questa per noi fu una mossa coraggiosa", dice Dave. "Era la nostra prima canzone completamente acustica dai tempi di 'Ten Feet Tall' ". Ma in origine era una canzone completamente diversa. "Collecting Honey for the Queen" era, come Andy la chiama, "una canzone assurda sull'essere un'ape", aggiungendo anche gli insetti ai suoi soggetti ricorrenti oltre la mancanza di denaro, il lavoro in fabbrica, i rituali antichi, i temi marinareschi, le guerre, i personaggi dei fumetti, e la vita di Swindon. Ma "Collecting Honey" non era destinata per la grandezza e dovremo aspettare fino a "Ladybird" e "Across the Antheap" prima che l'insettofilia sia soddisfatta.

Rallentata, la musica è degna di essere convertita nella più memorabile "Yacht Dance". "Il tipo di musica a me ricorda molto le barche sul lago, una sorta di figlia bastarda della 'Messing About On the River' ", dice Andy. "E' una canzone d'amore che parla di due esseri fragili che guardano al futuro sobbalzando su un mare di incertezze e cercano di stare a galla, mentre un sacco di roba cerca di tirarli sotto".

Sebbene Andy pensi che la parte in stile flamenco alla chitarra con le corde in nylon tocchi a Dave "L'Arpeggio Sono Io" Gregory, perché bisogna eseguirla dal vivo, è chiaro che Dave riusca ad eseguirla meglio di lui. "Ho finito per suonarla sulla chitarrina con le corde in budello di Colin", dice Dave. "Sembra difficile, ma in realtà non lo è. Ho semplicemente elaborato questi piccoli fraseggi che erano quello di cui aveva bisogno la canzone". La suonano dal vivo nel "Old Grey Whistle Test" della BBC, nonostante in questa versione non appaia l'anklung indonesiano dal suono sbiadito che avevano trovato in giro per il Manor. Non sanno come suonarlo, ma il solo scuoterlo lo fa sembrare il mormorio di un ruscello.

 

 

“ALL OF A SUDDEN”

(Andy Partridge)

Andy inizia a sentirsi vecchio. La sua energia è indebolita dalle tournèe. Era andato a tutta velocità per tre anni e "All of a Sudden (All’improvviso)" la sua giovinezza se n'è andata. Naturalmente non è vero, ma tutti hanno il diritto di essere un bastardo depresso di tanto in tanto. "E' una grande canzone deprimente", dice Andy. "Dice solo che non ci si accorge delle cose che abbiamo finché queste non ci sono più – il tuo peso, la tua età, il tuo aspetto, il tuo amore. La canzone è scaturita trovando questo accordo in Re, ma usando il Sol bemolle e il Re bemolle come note fondamentali, così da avere questa confusione sul modo in cui ti senti. E' stato trovando questo cambio di accordi che è nata la canzone. Qualche volta accade basandosi semplicemente sull'atmosfera che crea un cambio di accordo".

E' una delle canzoni del disco che, in retrospettiva, Andy avrebbe voluto più breve, ma la sua natura divagante ne ha aumentato l'effetto. "E' una grande canzone", dice Dave. "Ed era un bel modo per concludere il primo disco". L'etichetta americana è d'accordo con lui, vedendola come singolo. Viene prodotto un video per "All of a Sudden", ma poiché a quel tempo Terry è in Australia, la figura in ombra del batterista in effetti è il fratello di Dave, Ian Gregory, alias E.I.E.I. Owen dei Dukes of Stratosphear.

 

 

“MELT THE GUNS”

(Andy Partridge)

Ad istigare "Melt the Guns" è una striscia a fumetti di fantascienza di Steve Dikto in cui un uomo è considerato contaminato perché porta un’arma. Ma il messaggio è legato ai problemi di allora relativi alle armi, specialmente in America. "In pratica nei concerti americani non potevamo suonarla", dice Colin. "Prima di finirla ci avrebbero sparato", dice Andy. "Semplicemente io aborro le armi. Sono fatte per una cosa – uccidere. Non sono per sparare a dei bersagli, se lo fai è solo per impratichirti e per renderti più efficace nell'ammazzare".

"Ho capito che stavo un tantino salendo sul pulpito e per questo motivo a metà c'è il Reverendo Bizzarro Partridge che grida attraverso il mio amplificatore della chitarra". La sezione mediana è tratta da una vecchia poesia di Andy, ed è un attacco velenoso agli amanti delle armi statunitensi, nonostante il successivo massacro a Hungerford, a dieci minuti da Swindon, porterà il soggetto più vicino a casa. "L'amore degli americani per le armi continua a disgustarmi. Io sono l'anti Ted Nugent", egli dice. “Ma non è contro gli americani, è contro le armi. Gli americani mi piacciono un sacco. Credo che abbiano delle usanze migliori degli inglesi, e quella cortesia che da le basi per la compassione". The Justice League of America, citata nella declamazione, è un fumetto i cui autori sono così contenti di essere stati menzionati che praticamente in un numero danno ad Andy un piccolo ruolo, al comando di una nave spaziale.

Il riff d’apertura di "Melt the Guns" è per Andy il punto iniziale per scrivere la canzone, ed sarà "preso in prestito" qualche anno dopo per un disco rap intitolato "Peace On You". L'intera canzone è sostenuta da un ticchettare incessante, per il conto alla rovescia verso la nostra distruzione e per sospingere le sciocchezze di Terry. Di norma Terry non ha mai suonato su un metronomo. Ugualmente sciocca la voce finale scat di Andy, un ibrido di due eroi di Partridge, Damo Suzuki di Can e lo Yoda di Guerre Stellari.

 

 

“LEISURE”

(Andy Partridge)
(Non su tutte le versioni di CD)

Andy al sassofono non è un suono piacevole ed è probabilmente il suo assolo alla "cane ferito sull'autostrada" a consegnare "Leisure" al cassonetto per la spazzatura nella versione statunitense dell’album. Ma è il sentimento ad essere interessante. La strega cattiva Thatcher è, a quel tempo, sulla buona strada per rendere disoccupati tutti coloro che non votano per i Conservatori e Swindon ne è pesantemente colpita. La canzone approccia il tema focalizzandosi sulla incapacità dei disoccupati di occupare il loro tempo libero. "A scuola ti insegnano solo come avere un lavoro", dice Andy. "Non ti preparano all'idea di non averlo, e il risultato è gente che non sa come occuparsi del proprio tempo libero. Così da diventare tremendamente falliti e finire a bere e a sniffare colla".

"C’è qualcosa della 'Thank Christ for the Bomb' dei Groundhogs", dice Colin, che distingue le influenze di Andy meglio di lui. "Per me no", dice Andy offeso. "Pensavo fosse più tipo music hall inglese. I Groundhogs erano l'ultima cosa che mi potesse venire in mente".

 

 

“IT’S NEARLY AFRICA”

(Andy Partridge)

La mancanza di desiderio di Andy nel suonare il sassofono non può competere con quella di un Presidente degli Stati Uniti, ma se Andy non può suonare un assolo decente, può registrare sul multitraccia un sacco di singole note. In "It's Nearly Africa" tutto ciò sembra uno stupido viaggio per la città di Lagos nell’ora di punta. "Volevo essere Charlie Parker invece finii per sembrare Doroty Parker", ammette.

Per Terry registrare il brano è un'identica imbarazzante maledizione. Scacciò tutti dallo studio perché la parte di batteria richiedeva concentrazione. In ogni caso a quanto dice Colin, "Avevamo sempre la sensazione che Terry non stesse suonando con noi. Era perso nei suoi pensieri da qualche parte". "Molto del suo modo di suonare era decisamente inventivo", dice Andy. "Perché non era intralciato dalle convenzioni musicali".

"It's Nearly Africa" è l'ennesimo approccio di Andy su uno dei suoi argomenti preferiti, quello della paura di perdere la propria innocenza. "Pensavo che una buona metafora per il primitivismo attraente fosse l'Africa", dice. "Per anni avevo queste sequenze di accordi che si scontravano, e questa roba l'avevamo presa a calci anche con Barry Andrews durante i sound check. Prima si era intitolata 'It's Primitive Now', poi 'Jazz Love – Drum and Wire', ma alla fine fornì le fondamenta per questa. Dice solo, Quanto sarebbe bello tornare alle nostre radici semplici. Poiché sembrava che questo disco dovesse guadagnare in consapevolezza e perdere in semplicità, quest'ultima è tornata indietro in altro modo". Il sapore africano è incrementato dall'olandese "It’s Nearly Afrikaan" di un pacifico Hans de Vente ai cori.

 

 

“KNUCKLE DOWN”

(Andy Partridge)

Ci sono pochi film con i retroscena montati sui titoli di coda, uno di questi è Being There. Ma questa è la prima canzone degli XTC ad avere qualcosa del genere nel finale. Dave impiega diverso tempo per trovare un degno assolo, che però viene eliminato, ma i suoi detriti sono usati per decorare la dissolvenza finale della canzone. Orecchie acute possono ascoltare il punto del montaggio quando la musica cresce per incontrare il virtuosismo scomparso.

Si tratta di una semplice canzone sul non combattere, "Put your knuckles down, boys"[3] si riferisce allo scazzottare, ma è ispirato dall’incapacità di Andy di mettersi al lavoro di buona lena. Il suono sporadico di percussioni include Andy che impersona una rana per risparmiare i soldi del noleggio di una macchina dei rumori. L'introduzione deformata alla "Steptoe and Son" è suggerita da Dave, dopo averla tolta da metà canzone. "E' solo un assaggio di music hall. Con strumenti differenti, puoi ascoltarla suonata da Max Miller", dice Andy.

 

 

“FLY ON THE WALL”

(Colin Moulding)

Quando Simon Draper della Virgin aveva ascoltato la demo di "Fly On the Wall" aveva pensato che sarebbe stata il singolo. Quando ascolta la versione finale con le chitarre col tremolo, il sintetizzatore rumoroso tipo segnale morse, e le voci distorte, la definisce una parodia. A Colin fa piacere. Non vuole che questa canzone si prenda le stesse inutili attenzioni che si era presa la "Sgt. Rock" di Andy. "E' ancora una buona canzone, ma se le dai troppa importanza potrebbe crollare". La canzone parla del Grande Fratello che ti osserva, spronata dalla grande quantità di documentari "mosca sul muro" che a quel tempo trasmettono alla televisione inglese. Dopo averla scritta Colin non è molto soddisfatto del suo contenuto. "Credo che il suono da mosca ronzante in codice morse di Andy aggiunse molta credibilità alla canzone, perché rese il suo suono più divertente e le diede l'ambiguità che la caratterizza. Non saprai mai se ti sto prendendo per il culo o no". "Ero imbarazzato quando tirai fuori quel suono ronzante", dice Andy. "Ma sulla canzone non c'era posto per la mia chitarra, perché le parti di Dave l'avevano già riempita. Mi sentii tagliato fuori". "Dovevamo trovargli qualcosa da fare", dice Colin. "Ma penso che fu un  colpo da maestro. La cosa migliore su questa canzone è che, con la chitarra di Dave, la batteria pesantemente compressa, e il sintetizzatore ronzante, non ci sono due misure uguali. C'è sicuramente un elemento del musicista da strada".

 

 

“DOWN IN THE COCKPIT”

(Andy Partridge)
(Non su tutte le versioni di CD)

Questa per Andy è la canzone più fiacca dell’intero disco, trattandosi di un goffo tentativo alla "Volare" di dire agli uomini di riconoscere la superiorità delle donne ed il fatto che si potrebbero estinguere se non dovessero essere prudenti. "They used to roam in great herds – some say they used to be called men"[4] recitano le parole. "Potrebbe essere stata presa da qualche cassetta di easy-listening degli anni sessanta", dice Colin. "E' una canzone molto pulita, ma manca di atmosfera". A metà della canzone Andy suona un assolo fresco e in stile jazz. "Ho anche fatto qualcosa che non dovrei mai fare, che è parlare su un disco", dice. Per quanto cinquant'anni prima una voce simile sarebbe stata utile per i doppiatori dei film di contrabbando.

 

 

“ENGLISH ROUNDABOUT”

(Colin Moulding)

Se Terry non si fissasse con il ritmo bluebeat/ska, la carina e folleggiante "English Settlement", con il suo carosello finale in rapida accelerazione, raggiungerebbe il paradiso dell'easy listening che Colin va cercando – un punk in pensione con  la pipa e le pantofole. Non ha certamente nulla a che vedere con la famosa e trafficata giunzione stradale di Swindon, come pensano molti fan. E' uno sguardo gentile all’affaccendata vita cittadina inglese, influenzata da una canzone dei Pentangle intitolata "Lightflight", sigla della serie TV inglese "Take Three Girls". "L'area in cui cercavo di lavorare era un brano leggero per una serie televisiva. Noel Coward dice sempre che la musica leggera andrebbe presa seriamente e a me è sempre piaciuta la musica leggera", dice Colin, senza vergogna. "Probabilmente il brano mise le mani avanti su quello che vorrei fare adesso. Qualcosa di più leggero e meno serio. Gli autori che spero di eguagliare sono più tipo Cole Porter e Noel Coward. E' venuta fuori un po' troppo bluebeat e ska. Non l'avevo pensata in quel modo, ma quando Terry ci piazzò il ritmo fu difficile fermarlo". "La parola pub a volte ha funzionato", suggerisce Andy.

 

 

“SNOWMAN”

(Andy Partridge)

English Settlement è un viaggio di chiarezza che termina nella neve. Un pezzo di mandolino nella "Fluid Rustle" di Eberhard Weber, e la gelida atmosfera del matrimonio di Andy ispirano "Snowman", nonostante da parte di Andy ci vorranno degli anni per riconoscere la seconda influenza. "Ho iniziato a scrivere la canzone senza sapere di cosa stavo parlando, sul serio. Ma adesso posso notare che parla del mio matrimonio che stava diventando abbastanza freddo". Dave è particolarmente in sintonia con la frase "People will always be tempted to wipe their feet on anything with 'welcome' written on it"[5], e riconosce che probabilmente sia la miglior strofa che Andy abbia mai scritto, nonostante quest'ultimo giudichi che il tema principale sia espresso meglio in "Always Winter, Never Christmas". E' Dave a suonare il piano introduttivo registrato su un nastro ciclico finito del registratore e intorno ad un asta di microfono.

"Questa fu la prima canzone che Andy portò dopo Black Sea e penso che sia stata provata abbastanza bene durante i tour", dice Colin. "Forse è per questo che sul disco sembra così tirata", dice Andy. "E' una canzoncina desolata, ma mi piaceva suonarla. Pensai che fosse un modo carino per chiudere il disco".

 

 

FUORI DAI BINARI…


 

“BLAME THE WEATHER”

(Colin Moulding)
(Solo singolo, non presente sull’album)

"Blame the Weather", non essendo stata giudicata valida da Dave, è registrata da Colin una notte al Manor. Dave aggiunge una sezione mediana e soffia la vita nella canzone. "La mettemmo insieme alla meglio prima di registrarla", dice Colin. "Credo che la melodia fosse ispirata da un passo della 'Message of Love' di Chrissie Hynde. Ma il titolo proviene dalle battute della melodia. E' una canzone alla 'Non brontolare' ".

 

 

“TISSUE TIGERS” (ALSO KNOWN AS “THE ARGUERS”)

(Andy Partridge)
(Solo lato B, non presente sull’album)

All'apice della fama inglese degli XTC, Marianne Partridge non aprirebbe mai la porta di casa senza aver sentito il codice di Andy: il motivo di due note di "Tissue Tiger" suonato al campanello. Anche se la canzone parla, a sua insaputa, del lato tempestoso della loro relazione.

Originariamente il già citato motivo fa parte di "The Wonderment", brano sezionato in due per formare questa e "Senses Working Overtime". La linea melodica di "It's all hot air" è cantata in origine "The Wonderment". Ma la versione finale di "Tissue Tigers" musicalmente è più simile a "Scissor Man", col suo tono da cantilena gotica o melodrammatica.

"E' una canzone che parla di discussioni", dice Andy. "Suppongo mi sentissi più a mio agio su discussioni che avevo avuto, scrivendo, 'tutte le tue discussioni sono tigri di carta'. Immagino che, in modo infantile, parli dei miei litigi con Marianne".

Andy e Colin sono d'accordo nel pensare che il missaggio è probabilmente un disastro, con il middle eight alla Phil Collins che cerca di contrastare quella pantomima creata dall'atmosfera degli arrangiamenti alla Widow Twankey. "Fu fatto tutto in fretta e furia", dice Colin. "E' probabilmente per questo che la finimmo con quel rumore sfigato di Gregsy".

 

 

“PUNCH AND JUDY”

(Andy Partridge)
(Solo lato B, non presente sull’album)

"Credo che Terry pensasse fosse dedicata a lui a causa di una frase 'He's a drinker not a thinker'[6]. Si imbronciava parecchio per questo, ma si sbagliava", dice Andy. "Parla di quella sindrome comune che si ha quando si hanno dei figli. Il padre crede che i bambini si prendano tutte le attenzioni ed inizia a sfogare la propria rabbia su di loro. In qualche modo è successo anche a me, sebbene io non me la sia presa coi figli ma solo con me stesso, bevendo di più. Musicalmente non è molto audace, mentre le parole si reggono in piedi da sole".

Delle due versioni Andy riconosce che quella inutilizzata dalla coppia Langer/Winstanley sia la migliore. "La loro versione era più serrata, mentre questa è più flaccida, ma poiché stavamo lavorando con Hugh pensammo dovessimo stare col nostro amico. E fu proprio da stupidi, perché avremmo dovuto semplicemente usare la versione migliore". "Però a volte ci sono altre ragioni per scegliere una versione piuttosto che un’altra", dice Colin indirettamente.

 

 

“HEAVEN IS PAVED WITH BROKEN GLASS”

(Andy Partridge)
(Solo lato B, non presente sull’album)

Missata dalla band perché pensano che il missaggio frettoloso di Hugh non le renda giustizia, "Heaven Is Paved with Broken Glass" è follemente lastricata di strani effetti sonori – batterie suonate attraverso un piccolissimo amplificatore Archer e cori cherubini sintetizzati. "E' solo una canzone sulla delusione e sul 'paradiso che diventa inferno', come la voce rallentata dice all’inizio. C'è qualcosa dei Talking Heads che mi mette un po' a disagio. Vista a posteriori non è una delle mie cose migliori", dice Andy. "Non so dire se ci sia troppo di me o troppo poco. Non so decidere".

 

 

“EGYPTIAN SOLUTION” OR “THEBES IN A BOX” (“HOMO SAFARI #3”)

(Andy Partridge)
(Solo lato B, non presente sull’album)

Alla Virgin scommettono che Langer e Winstanley porteranno sugli XTC la stessa magia da primi posti in classifica che avevano avuto con i Madness, i decani della rivoluzione ska inglese. Ma non è così. Clive Langer se ne va presto dalle sedute di registrazione e del lavoro di Alan Winstanley sopravvive solo una piccola improvvisazione per la pratica "Homo Safari", composta intorno a un ritmo di batteria elettronica. "Era solo una minchiata e, come facevamo con tutte le minchiate, l'abbiamo messa nel sacco delle 'Homo Safari'. Era un pò un orfanotrofio per le minchiate perdute, davvero", dice Andy. "In effetti sono io a suonare la batteria, perché credo che Terry fosse al pub". "E Dave ci suona il basso", dice Colin. "Probabilmente ero al pub con Chambers".

 

 

“MANTIS ON PAROLE” (“HOMO SAFARI #4”)

(Andy Partridge)
(solo lato B, non presente sull’album)

Ancora una volta, una seduta di registrazione di pacificazione con l'Unione dei Musicisti da i suoi frutti con "Mantis On Parole", un altro brano strumentale per il sacco delle "Homo Safari". Registrata in quella che avrebbe dovuto essere una seduta di registrazione per "Tops of the Pops" di "Senses Working Overtime", si basa su un riff alla Charlie Parker che Andy suonava da anni. "Ian Gregory si sedette alla batteria e la mettemmo insieme alla meglio prima che l'uomo dell'Unione dei Musicisti ritornasse dal pranzo", dice Andy.

 

 

“OVER RUSTY WATER”

(XTC)
(solo lato B, non presente sull’album)

"Over Rusty Water" non è stata composta così come si pensa. Colin e Andy cercano di costruire un collage uditivo di avanzi musicali per farne un lato B. Seduti negli studi Townhouse cercano nei nastri dei ritagli adatti, ma non sembrano funzionare. "Era troppo personale", dice Andy. "Noi la capiamo, ma nessun altro potrebbe. Stavamo ascoltando il nastro multitraccia del middle eight di 'Roads Girdle the Globe', che avevo usato per 'I Sit In the Snow', quando alzai tutti i cursori di colpo. Si creò questo magnifico suono etereo e denso che divenne 'Over Rusty Water'. Suppongo che siano le ultime vestigia di un missaggio dub"”.

 



[1] trad. Serf = servo della gleba

[2] trad. Un tessuto

[3] trad. “Abbassate le nocche, ragazzi”

[4] trad. “Hanno l’abitudine di vagabondare in branco – qualcuno dice si facciano chiamare uomini”

[5] trad. “La gente è spesso tentata dal pulirsi i piedi su qualsiasi cosa con su scritto ‘Benvenuto’. “

[6] trad. “E’ un bevitore, non un pensatore”

 

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