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da "La ballata delle Teste-di-Zucca: storia stratosferica dei duchi di Swindon"

di Riccardo Bertoncelli

 

 

Nel 1967 Andy Partridge aveva appena dieci anni e, tra astucci e merende alla Primary School di Swindon, poteva solo seguire da lontano, come una fiaba per grandi, l'avventura psichedelica. Ne sarebbe comunque rimasto folgorato tanto da vagheggiare, diventato ragazzo rock, una personale appendice a quella storia. Dave Gregory racconta che già nel 1979 Partridge gli aveva proposto di fondare un complesso ispirato alla Londra in technicolor dei primi Floyd, del "Magical Mystery Tour", della Satanica Maestà jaggeriana, per il quale aveva trovato anche un nome (Electric Bone Temple).

Le molte difficoltà di quei primi anni XTC avevano abortito il progetto ma a Andy P. era rimasto un po' di acido nei pensieri ed è storia che ancora nel 1982, all'epoca delle sedute per GO 2, l'ipotesi era tornata a manifestarsi, corredata da un paio di pezzi-campione: Orange Dust e Shaving Brush Boogie, presto archiviati con un "non luogo a procedere". Non c'è cura, peraltro, per il mal di psichedelia, e Partridge aveva continuato a soffrirne ancora negli anni seguenti, curandosi nell'unico modo possibile: scrivendo canzoni profumate, immergendo la sua chitarra in un immaginario 1967 e i suoi pensieri in quel mondo ormai remoto "prima di tutto, dei free festivals e della rivoluzione, di David Cassidy e David Bowie, degli spilloni punk e dei sintetizzatori".

La fatale pausa della fine 1984 lo trova con cinque canzoni non XTCibili, che però sarebbero buone, ottime, per quell' "altra cosa". Ai compagni l'idea piace, i discografici ne fan solo una questione di costi. se il budget è stretto, non oltre le 5.000 sterline, si può fare. Per quella cifra Partridge affitta una chiesa sconsacrata trasformata in studio in un paesino vicino a Hereford, dove al piano basso c'è la sala d'incisione e sopra il deposito di una piccola etichetta di musica sacra. Nella mescolanza di incensi vengono rapide sessions per non più di due settimane: con i Fab Three è coinvolto nel progetto il fratello di Gregory, Ian, batterista, mentre il produttore è John Leckie, un po' perché in sintonia perfetta con Radio Swindon e un po' per i trascorsi psichedelici (originali), avendo iniziato la carriera come garzone di studio ad Abbey Road giusto nel 1967 - la sua timida manina, fra l'altro, nel mix di Vegetable Man dei Pink Floyd. I cinque pezzi vengono benissimo e, già che c'è, Partridge ne scrive un sesto direttamente in studio, Mole In The Ministry, rielaborando sulla frequenza dei sogni il "Mystery Tour" dei Beatles e in particolare il Tricheco di Lennon. "Erano anni che non ci divertivamo tanto" giurano i quattro quando tornano a Londra con i nastri per un mini LP, 25 O'CLOCK: e il gioco non finisce sull'ultima pennata di chitarra, perché c'è tutto un corredo di fantasie con cui confezionare la musica. La sigla, innanzitutto, che non può essere naturalmente XTC e diventa The Dukes Of Stratosphear, recuperando una vecchia idea della preistoria swindoniana; e poi i nomi dei protagonisti, che camuffano la banale anagrafe ammantandosi di magia a buon mercato, tra fiaba, fumetto underground e Oriente da cartolina - Partridge diventa così Sir John Johns, Moulding è The Red Curtain, il Gregory maggiore si fregia dei titolo di Lord Cornelius Plum e il minore passa alla storia come E.I.E.I. Owen. La scrupolosa finzione porta a una copertina in perfetto stile "post Sgt. Pepper" e a note profumatamente deliranti, come da estate del peace & love: "i Duchi dicono che è tempo... tempo di visitare il pianeta del sorriso... tempo che si sganci la bomba dell'amore... tempo di nutrirsi di musica... di baciare il sole... di naufragare nell'orgasmo sonoro... di ballare oltre lo specchio. I Duchi dichiarano che è giunta la Venticinquesima Ora."

 

Nella sua instancabile attività di falsificatone psichedelico, Partridge inventa un Guru Ducale (Swami Anand Nagara) e si spinge alla finezza di un (in)verosimile comunicato-stampa disegnato con la penna traballante e la testa in fumo di quegli anni. Eccone il testo originale: "Cioè, io e i ragazzi abbiamo un po' strippato suonando blues con le palle e così a un certo punto abbiamo deciso di affittare un cottage in campagna e di cogliere le vibrazioni e l'aria fresca di quel posto, mangiando un po' di funghi. Quaaaanti funghi! Cioè, dopo alcune settimane abbiamo cominciato a suonare in libertà, trovando certi accordi nuovi davvero forti, e poi Lord Cornelius ha trovato un clavicembalo dimenticato in qualche angolo e uno dei roadies ha portato a Sir John un nuovo sitar direttamente dall'India, capace di produrre certi suoni 'spaziali'. Lo abbiamo usato in Mole From The Ministry e, dopo sei pezzi, non reggevamo più e siamo scoppiati. Cioè, abbiamo portato i nastri alla casa discografica a Londra, un posto con le palle davvero dopo il cottage in campagna, e a loro è piaciuto ma hanno obiettato che avrebbe rovinato la nostra immagine di banda con le palle e allora abbiamo deciso di usare uno speudo.... uno peusdo.... insomma un nome diverso, e il disco avrebbe dovuto costare poco perché sono solo sei pezzi, ma è uno sballo e noi vorremmo che i nostri dischi uscissero tutti gratis. Poi il nostro amico Ken, che è daltonico, ha disegnato la copertina che è uno sballo, dopo aver preso delle pillole con quattro acidi e una bottiglia di rum. I colori sono magici, davvero cosmici e brillano al buio. Noi non volevamo che i discografici promuovessero il disco, perché sono porci capitalisti, ma faranno comunque pubblicità su Zig Zag, IT, Rolling Stone, Dark Star, Disc & Music Echo, Oz e ci costringeranno ad andare in TV (sempre che qualcuno ci voglia). Se ci rifiutiamo, hanno già detto che ci ritirano il pakistano nero."

Molto opportunamente, 25 O'CLOCK esce il 1" di aprile, giorno dei gonzi, a rimarcare che di grande scherzo si tratta più che di revival Bevis Frondico. Ma nel ricamo a grana grossa di Love-Ins e Technicolor Dream si coglie ben chiaro il filo dell'amore: è un magico divertimento infantile per Andy P. (un po' come dipinger soldatini e giocare ad Austerlitz o a Waterloo) il furto e collage di assoli di chitarra, effetti speciali, ritmi e parole che possono essere Pink Floyd o Tomorrow, Beatles o Electric Prunes (basta un ascolto a capire che la title track è una spudorata contraffazione di I Had Too Much To Dream). Al grande gioco manca solo un tassello, quello video, ma non crediate che i Duchi non ci avessero pensato. "C'era un bel progetto che coinvolgeva i Media Lab di Godley & Cream, doveva occuparsene un collaboratore che era un nostro grande fan, Steve Blood, che purtroppo venne licenziato prima di attuare la cosa. Era un cortometraggio basato sulla figura di Uncle Alfred, un personaggio di 25 O'CLOCK, che costruisce un orologio di 25 ore come oggetto promozionale per i Dukes. Ma le Talpe del Ministero, che vivono sottoterra in un grande palazzo a forma di cipolla del nonno, glielo rubano e così i Dukes sono costretti a mettersi alla ricerca. Doveva essere un film di tracce qua e là, un nascondino per immagini come Catch Us If You Can dei Dave Clark Five".

Lo scherzo paga e le 30.000 copie vendute di 25 O'CLOCK fanno stupore: freaks fuori tempo massimo, giovani acidofili, enigmisti del rock, tutti sembrano gradire e, come sempre accade, chiedono di più. "I Dukes sono attualmente a spasso per l'Himalaya" fa sapere Partridge per guadagnar tempo "e, se il cibo non finirà prima o altri casini, torneranno in Gran Bretagna in autostop non prima dell'inizio dell'anno prossimo". In realtà gli XTC hanno altro per la testa e sulle prime neanche vogliono sentir parlare di un seguito. Si convincono però col tempo, anche perché la mano sinistra di Andy P. continua a scrivere pezzi che la destra considera troppo "tendenziosi" per il normale repertorio. Così, "prigionieri del Frankestein che abbiamo creato", gli XTC ritornano in studio all'inizio dei 1987. Alla batteria c'è sempre Ian Gregory, alla consolle John Leckie, e la scelta dello studio è ancora una volta provinciale: una piccola sala a Cornwall, senza grandi macchine ma con la desiderata tranquillità.

Il lavoro finisce in fretta e nell'agosto 1987 i Dukes possono presentare il primo LP intero, che in omaggio a uno dei maestri riconosciuti del beat psichedelico (Eta Beta) viene a chiamarsi PSONIC PSUNSPOT: dieci canzoni che, secondo le regole del gioco, dovrebbero situarsi in un'epoca appena più tarda delle prime, diciamo la primavera/estate dei 1968. In realtà il "paesaggio immaginario" è genericamente quello degli anni '60 e, accanto ad "acidità" e a schemi proto-progressive, si possono ascoltare refoli di beat ai tempi supplementari e, anche, intermissioni pop da ultimi giorni del decennio (cosi per esempio il 45 guida del disco, la filastrocca Bonzo-scaffoldiana di You're A Good Man, Albert Brown). I brani di qualità superiore non sono più di due/tre (Vanishing Girl, Collideascope, forse Pale & Precious per la scrupolosa immedesimazione nel Brian Wilson di PET SOUNDS) ma, come già in precedenza, più della semplice resa sonora incanta la virtuosistica capacità di fare pastiche, l'enciclopedica cultura di minuzie psicopoprock che vanno a comporsi arcimboldescamente in un ammirevole "falso d'autore". Stando così le cose, non sembri pedante riportare una bella analisi dei disco brano-per-brano a firma Partridge e Gregory, apparsa sul numero 3 della rivista Strange Things, marzo 1988. Nella Settimana Enigmistica che i due dischi Stratosferici in fondo sono, questa è la pagina della "soluzione dei giochi".

 

"Brainiac's Daughter è un tentativo volontario di scrivere come avrebbe potuto fare Paul McCartney ai tempi del SGT. PEPPER o di Yellow Submarine, 1967-68. Tutti gli ingredienti sonori sono stati scelti a questo scopo: il pianoforte suonato in quel certo modo, la sequenza di accordi discendenti, le parti cantate in falsetto, il testo non sense... Una zuppa psichedelica alla McCartney, questo abbiam cercato di fare; anche se, alla fine, la gente ha finito per trovarci piuttosto qualcosa della Bonzo Band, o di Thunderclap Newman.
Have You Seen Jackie è stata scritta per 25 O'CLOCK; in origine si chiamava Have You Seen Sydney, riferimento diretto al nostro Syd. C'è dentro di tutto: il personaggio della storia e la storia stessa rimandano a Keith West, Mark Wirtz, la Teenage Opera.
Pale And Precious è lì da sentire: Beacb Boys, chi altri? E’ stato il pezzo più difficile da realizzare. C'è una bella melodia, e anche un po' di stupidità nella parte surf, ma soprattutto il gusto per certe sonorità da chiesa e da organo di Bach che intrigavano Brian Wilson a quell'epoca.
Vanishing Girl è indirizzata decisamente verso gli Hollies. La formula di quel complesso prevedeva due cantanti all'unisono e così abbiam fatto io e Colin, gettando poi le nostri voci in una amorfa schifezza beat.
Shiny Cage era in origine un brano scritto da Colin per THE BIG EXPRESS. Lo avevamo rifiutato perché era troppo stupidamente Beatles: tutto REVOLVER in una canzone sola! Colpi di chitarra Epiphone, accompagnamento di tabla, chitarre registrate al contrario, un assolo di chitarra dissonante ma melodico alla George Harrison... Ancora un tentativo di forgiare un'epoca e individuare un'area musicale però lavorando con i frammenti, condensando tutto in un pezzo solo.
Little Lighthouse era un pezzo che avevamo cominciato a incidere per SKYLARKING. A Todd Rundgren, il produttore, era venuto a noia, così ho pensato che avrebbero potuto farlo i Dukes: e i Dukes han finito per dargli un suono come un mucchio di bande imitatrici degli Stones.
You're My Drug è stata composta con l'intenzione di mescolare Monterey di Eric Burdon e So You Want Be A Rock & Roll Star. Monterey è uno degli scherzi musicali che preferisco; proprio non so cosa potessero pensarne i californiani e come giudicassero Eric Burdon - uno gnomo di Newcastle! In origine anche questa era una canzone XTC ma poi suonava troppo Byrds, con quella sequenza armonica così West Coast..zzzi

You're A Good Man, Albert Brown è psichedelia da pub, senza riferimenti specifici, solo un'idea di suono: il suono del pub che sta all'angolo di Carnaby Street. Potrebbe esserci un pensionato di Chelsea appena fuori dalla porta, magari il nonno di Steve Mariott! E Jimi Hendrix che si fa vedere fra un set e l'altro al Marquee per una mezza pinta di birra... E’ un po'come Over The Wall We Go di Oscar o I Knew Kaiser Bill's Batman di Whistling Jack Smith o The Universal, o un paio di cosucce Bonzo.
Colin aveva scritto The Affiliated pensando al prossimo disco XTC ma ha preferito inciderlo in fretta temendo che ce ne stancassimo; così è mutata la natura della canzone, che ha preso dei connotati vagamente Ray Daviesiani. La parte centrale è un tentativo di suonare come gli Unit 4 + 2 di Concrete & Clay: percussioni, chitarre acustiche, un vago clima latino.
Collideascope è Lennon ma gli accordi sono quelli di Blackberry Way dei Move; diciamo allora che sono i Move che rubano dai Beatles. Il testo l'avevo pronto dal 1978 ma non l'avevo mai usato perché pensavo che avesse un'aria troppo psichedelica. Gli ef- fetti sonori vengono dal film Nearest And Dearest, con Jimmy Jewell e Hilda Baker. e c'è un urlo preso dall'archivio degli effetti sonori della BBC.
Your Gold Dress è stata la prima cosa scritta per 25 O'CLOCK: l'idea base è il più stupido riff mai scritto nella storia dei riff, e su quello abbiamo costruito il pezzo. La sonorità l'abbiamo rubata al Nicky Hopkins di She's A Rainbow, e dico Nicky Hopkins perché quel disco è suo, senza di lui gli Stones di quell'epoca non avrebbero mai quagliato niente. Hopkins è We Love You ed è SATANIC MAJESTY, uno dei miei album preferiti di tutti i tempi.
What In The World è fatta di pezzettini Manfred Mann con frammenti di Only A Northern Song e frattaglie di It's All Too Much; più una mezza dozzina di dischi ECM girati a mano.
Infine My Love Explodes. Direi che sono gli Yardbirds di OVER UNDER SIDEWAYS DOWN incrociati con i Pretty Things e chiunque altro avesse qualche maracas per le mani e i capelli a caschetto. "

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PSONIC PSUNSPOT vende oltre il doppio di 25 O'CLOCK (più di centomila pezzi in tutto il mondo) ma ormai il gioco dei Dukes è alla fine; Sir John Johns e i suoi volano in qualche Himalaya della fantasia e lì rimangono, inseguiti dall'affetto dei fans. Torneranno mai? "L'unica mossa possibile sarebbe uno slittamento temporale; per esempio una Stratosphear Gang immersa nella cultura glitter o i Dukes prima di sballare nella stratosfera - qualcosa come i Merseybeats, Liverpool dei primi anni '60". Bella l'idea di una contraffazione estesa a tutta la storia del rock; ma da quella brillante dichiarazione, marzo dei 1988, nessuna notizia più dei Dukes Of Stratosphear.

 

 

Introduzione al volume
"XTC testi con traduzione a fronte"
Arcana Editrice - 1992

 

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