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TO BE KING FOR A DAY
Una giornata con gli XTC

di Alberto M. Castagna

 


English version

Alberto+Xtc

 

   Stranamente oggi, mercoledì 7 giugno, il cielo di Roma è pieno di nuvole. Alzo la testa mentre percorro il breve tratto di strada che separa il mio ufficio dall'albergo dove alloggiano gli XTC. Benché si tratti di un chilometro appena, non posso fare a meno di guardare continuamente l'orologio con la paura di far tardi, mentre in testa, in omaggio alle condizioni metereologiche, ronza il ritornello di "You and the Clouds Will Still Be Beautiful".
E' incredibile quanti pensieri possano ronzare per la testa in dieci minuti. Uno su tutti: riguarda un vecchio amico, un giornalista musicale che non vedo da parecchi anni, il quale dichiarava l'impossibilità di incontrare i suoi Miti. Un fatto puramente sentimentale, non certo di opportunità. Prima di un rinsavimento senile (si fa per dire), egli collezionava maniacalmente i dischi di Elvis Costello ma giurava di non avergli mai voluto parlare. Non abbiamo veramente approfondito l'argomento, ma il concetto è rimasto a lungo nella mia mente. Almeno finché non mi è capitato, un paio di volte, di incontrare e parlare con Robert De Niro, senza che questo influisse minimamente sulla mia sconfinata ammirazione nei suoi confronti. Anzi.
So già da qualche settimana che avrei avuto la possibilità di incontrare gli XTC e di far vedere loro il mio cortometraggio, ma non ne sono mai stato veramente consapevole. Alle poche persone cui è capitato di dirlo non ho dato molta soddisfazione. A tutti ho detto la stessa cosa: "Non ci credo finché non li vedrò". Con il mio amico Ale, anfitrione dell'incontro, sono stato altrettanto diplomatico: una rapida telefonata al giorno, a partire da tre giorni prima, solo per assicurarmi di non essermi inventato tutto. Solo che Ale è 'in palla' più di me. Quando lo sento per l'ultima volta, alla vigilia dell'incontro, gli chiedo semplicemente conferma dell'ora e del luogo dell'appuntamento, pregandolo di incontrarci fuori, anziché dentro l'albergo.
Ecco perché ora sono così teso. Se arrivo in ritardo, mi toccherà entrare direttamente nell'albergo e magari ritrovarmi da solo con Andy e Colin. Se nessuno mi presenta, penso tra me e me, non avrò l'impudenza di farlo da solo. Invece arrivo con cinque minuti di anticipo. L'ultimo pensiero, prima di tuffarmi nell'esperienza più eXTCante della mia vita, è per la coincidenza logistica, l'ultima delle tante. Ieri è stato proiettato "La convention", il mio cortometraggio dedicato agli XTC, al Festival Arcipelago, in data stabilita diverse settimane fa dagli organizzatori. Nello stesso giorno, poche ore dopo, gli XTC giungevano a Roma e oggi potrò passare un po' di tempo vicino a loro, fino a vedere insieme il cortometraggio. Il loro albergo non si trova in pieno centro storico, dove usano alloggiare le star del cinema e della musica, ma ai Parioli. A due passi dal mio ufficio. Se c'è un Dio, gli piacciono gli XTC.

* * *

   Facciamo un piccolo passo indietro per spiegare come e perché mai mi ritrovo oggi, alle 11.25 di mercoledì 7 giugno 2000, davanti all'albergo che ospita gli XTC. Il mio amico Ale Sordi, con cui condivido da quasi vent'anni l'ammirazione per gli swindoniani, è stato incaricato di realizzare una intervista video per Kataweb, dove lavora. Fino a pochi giorni fa, l'intervista avrebbe dovuto farla Riccardo Bertoncelli ma quando quest'ultimo ha dato forfait per motivi personali, in redazione non hanno trovato un'altra persona competente in materia quanto Ale. Due mesi fa, quando gli ho mostrato il corto che avevo appena completato (e al quale si era gentilmente prestato come 'guest star'), ha esclamato: "Accidenti, bisogna trovare il modo di mostrarlo agli XTC". Non potevamo certo immaginare, né lui né tantomeno io, che poche settimane dopo, quella che sembrava un'operazione complicata, per non dire folle, si sarebbe trasformata in un gioco da ragazzi. Ma così accade: gli XTC verranno in Italia per promuovere "Wasp Star" e Ale pensa bene di approfittarne al massimo: uno 'speciale' su Kataweb, una chat, un intervista in video e, nell'occasione, il mio cortometraggio nella rete. La casa discografica è entusiasta del programma e pronta a mettere gli XTC nelle mani di Ale per una intera giornata. E qui intervengo io: "fammi venire con te, mi farò piccirillo piccirillo", come Lello Arena sulla bicicletta di Massimo Troisi in "Ricomincio da tre". Mi poteva mai dire di no?

* * *

   Martedì 6 giugno, alle 19, viene proiettato "La convention" al Festival Arcipelago. La sala è piena (per buona parte, si tratta di amici e parenti, s'intende). Risate. Applausi. E' andata. Ma a loro piacerà?
Mercoledì 7, ore 11.28. Una figura conosciuta avanza verso di me. E' Sandro, che non vedo da anni. Non ci siamo ancora parlati, ma l'uno comprende le ragioni della presenza dell'altro. Sandro è un bravissimo chitarrista, allievo da molti anni di Robert Fripp. Qualche anno fa, insieme ad un suo gruppo, aveva messo su una versione davvero notevole di "Knuckle Down". Ale ha invitato anche a lui a seguirlo in questa avventura. E possiede anche un vantaggio: ha già conosciuto Colin Moulding, anni fa, nel backstage della Royal Albert Hall, in occasione di un concerto dei King Crimson. Non fa in tempo a raccontarlo che Ale giunge all'orizzonte. Entriamo nell'albergo. Siamo tutti e tre sopraffatti dall'emozione.
Nella hall, ci attendono due rappresentanti dell'Ufficio Stampa. Ci presentiamo. Ci dicono che gli XTC sono arrivati la sera prima, a mezzanotte, e l'unica richiesta che hanno effettuato è quella di avere dei cornflakes. Ci dicono anche che sono usciti a fare due passi. Mi viene in mente che se non fossi stato qui, magari starei passeggiando da queste parti, proprio nei pressi del mio ufficio, e chi ti incontrerei? 
Passano i minuti e qualcuno pensa bene di controllare se i due non siano rientrati. Infatti. Erano in camera. Ma stanno scendendo. Oops, eccoli qua. Davanti a me ci sono Mr. Andy Patridge e Mr. Colin Moulding, gli XTC. Una volta tanto si potrebbe dire: "Non ci posso credere! I miei musicisti pop preferiti!".

Mi sembrano in splendida forma. Tranquilli, sorridenti, disponibili. La mia attenzione è concentrata su Colin Moulding e sul suo abbigliamento: un completo inglese con tanto di panciotto. Un vero gentleman di campagna. Andy invece indossa un gessato in modo informale, con la camicia che spunta fuori dai pantaloni. Tortura tra le mani una scoppoletta che indosserà solamente nel corso dell'intervista. Presentazioni di prammatica ("I'm Alberto", "Hi, I'm Andy", "Hi, I'm Colin", cose da pazzi) e poi ci organizziamo per i taxi. Per un attimo penso di mettere subito sotto il loro naso le copie dei dischi che ho portato con me per gli autografi. Così, se uscendo dall'albergo dovesse cadermi una tegola in testa e mi ricoverassero, mi sarebbe rimasto comunque un ricordo del mio incontro con gli XTC. Resisto alla tentazione, ma quando usciamo non posso fare a meno di guardare verso l'alto, in cerca di tegole. Nuvole, nient'altro che nuvole. Most of all, I don't remember the Sun.
La nostra destinazione è la casa di una collega di Ale, con giardino annesso: mi dicono che sia la location ideale per una intervista video. Sandro ed io ci accomodiamo nell'automobile degli operatori, gli XTC in un taxi e in un altro ancora prendono posto Ale e una sua collega. I taxi hanno l'istruzione di seguirci. In pratica, la macchina dove mi trovo, viene seguita dagli XTC. Oggi tutto è possibile.

Giungiamo a casa di Katia, siamo nel cortile di fronte all'ingresso. Andy e Colin entrano in casa mentre noi aspettiamo fuori l'arrivo del secondo taxi. Quando il gigantesco cane di Katia entra anch'esso nell'appartamento, un operatore esclama: "Se c'azzanna gli XTC, so' cazzi!". Sandro ed io ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Tra tutte le frasi che avremmo mai potuto ascoltare nella vita, questa era la più improbabile.
Siamo finalmente tutti. Ci accomodiamo in giardino, sotto un gazebo dove si svolgerà l'intervista. Il cielo, intanto si fa cupo. Ballet for a Rainy Day/1.000 Umbrellas. Io non riesco a spiccicare parola. Balbetto solo qualcosa quando Ale spiega ad Andy e a Colin chi sono io e che cosa ci faccio qui. E' a questo punto che loro mi guardano e io dico loro, riferendomi al cortometraggio: "I hope to show it later". Il discorso si sposta sul cinema. Andy chiede informazioni su un vecchio film italiano che ha visto in televisione ma di cui non conosce il titolo. Lo dico io: si tratta de "Le tentazioni del Dottor Antonio", un episodio di "Boccaccio '70", regia di Federico Fellini. Allora Andy alza il tiro: parla di un altro film italiano, di quello stesso periodo (anni '60), in cui due coniugi non si incontrano mai, dal momento che l'una lavora di giorno e l'altro di notte. Ci guardiamo tutti con perplessità. La nostra cinefilia (e la mia, in particolare) è stata messa a dura prova.

L'intervista comincia e va a gonfie vele. Ale è bravissimo, non perde un colpo e gli XTC rispondono con generosità a tutte le domande. Andy è brillante come al solito, ogni tanto lancia qualche battuta delle sue. Colin interviene di tanto in tanto, senza mai lasciarsi intimorire dalla loquacità del collega. Sono due, gli XTC, ma sono una vera band. Alleluia.
L'intervista, se ne avete voglia, potete vederla e ascoltarla sul sito di Kataweb. Lì trovate anche il mio cortometraggio. Per concludere, Andy si lancia in una lunga dissertazione di Andy a proposito dei Crowded House di cui non capisco un accidente. Poi, tutti a mangiare.
Katia ha fatto apparecchiare all'aperto, nel frattempo ha spiovuto. A tavola si parla di tutto tranne che di musica. La fobia per gli aerei, il vitto Alitalia e da qui, naturalmente, cibo, cibo, cibo. Di tanto in tanto, verso del vino a Colin che è accanto a me. Non ci posso credere. Al momento del caffè, Colin chiede del tè, ma si vede che è un po' preoccupato. Invece, sorpresa: la mamma di Katia è scozzese e lo serve alla perfezione. Lo osservo mentre si versa il latte, annusa la teiera, verifica l'infusione. Immagino non faccia praticamente altro nella vita, nella sua casetta di Swindon, eccetto una volta l'anno, quando si mette a comporre una canzone. Boarded Up.
Mentre affonda l'ultimo morso sulla torta di visciole - termine che nessuno tra i presenti è riuscito a tradurre in inglese - Andy esclama: "Vediamo il cortometraggio, adesso?" (per la verità lo chiameranno sempre "film", e questo mi mette fortemente in imbarazzo). Colin si gira verso di me e mi chiede: "Steven Spielberg deve preoccuparsi?". Gli rispondo con l'unica battuta della giornata che ricorderò con orgoglio: "Sei tu che devi preoccuparti".

* * *

   Ci accomodiamo in un salottino. Colin si siede sul divano, Andy resta in piedi, affermando di essere stato seduto tutto il giorno. Resto in piedi anch'io, per educazione. Qualche problemino tecnico e poi partono le immagini. Mi scuso per il mio inglese claudicante, ma cercherò di tradurre il meglio possibile. La verità è che mi ero preparato da giorni e giorni, seppure mentalmente, a questa eventualità. 
Fila tutto liscio, ridono nei punti giusti. Io incespico solo quando, nel corto, sto spiegando la posizione del pollice sulla chitarra nell'attacco di "Dear God" ma Andy aveva capito perfettamente. Si divertono tutti. E' andata. Quando alla fine dei titoli di coda, si scopre il cartello della dedica, "Ad Andrea", spiego a Andy che ho avuto un figlio da pochi mesi e che l'ho voluto chiamare come lui (non è completamente vero, ma a me piace pensarlo). Andy mi risponde che la mia compagna ha un gran senso dell'umorismo.
Siamo di nuovo all'aperto, nel luogo dell'intervista. Gli operatori stanno preparando la telecamera per fare qualche ripresa supplementare. Just us and the cockoos. Ne approfitto per tirare fuori i dischi che mi sono portato appresso. Solo tre, senza esagerare. Porgo a Colin la copia di "Too Many Cooks in the Kitchen". Lui ci scrive sopra: "You are a Good Man, Alberto Brown" e poi mette la sua firma. Andy si impossessa del disco e mi dice che il nome di uno dei musicisti, riportati sulla copertina, è errato. Lo autorizzo a correggerlo, mentre la quotazione del singolo, piuttosto raro, sale vertiginosamente. Per l'autografo di Andy, ho con me una copia di "The Lure of Salvage". Andy mi spiega che le figure della copertina, sono delle rielaborazioni di foto di Jane Mansfield. Preso da un raptus artistico, comincia a disegnare un improbabile vestitino su una delle figurette. Non è Picasso, ma va bene lo stesso. Ale rosica, lui non ha avuto il coraggio di portarsi nulla ed ora è visibilmente pentito. Dulcis in fundo, la copia in vinile di "Apple Venus vol. 1", per l'autografo di entrambi. Qui lo spazio è tanto, ma Colin si limita ad una dedica personale. Andy invece è inarrestabile: disegna un paio di enormi ali attaccate alle sue spalle e poi un fumetto: "Voglio andare a vedere il film di Alberto insieme a tutti i miei amici". Ok tegole, fatevi sotto.

Ci stiamo quasi accomiatando, quando mi rendo conto che nessuno ha con sé una macchina fotografica. Da parte mia ne sono volutamente sprovvisto, poiché temevo di fare la figura del 'fan' cretino. Invece faccio la figura del 'fan' coglione, quando chiedo ai videooperatori di riprendermi insieme ad Andy e a Colin, nella speranza di ricavarne un 'frame'. Per mia fortuna, gli XTC si prestano e anche di più: mi mettono al centro, mi abbracciano, ci mettiamo in posa. Fan-farone.
Ci salutiamo. "Grazie, ragazzi". "Grazie a te!". A me??????
Nel pomeriggio, avrei voluto raggiungere gli XTC per la chat a Kataweb ma il dovere (professionale) mi ha trattenuto. Uscito dall'ufficio, faccio un salto da Ale e li trovo ancora lì, mentre stanno salutando. Allo sguardo perplesso di Colin, rispondo che il mio ufficio si trova lì vicino (bugiardo!) e che sono passato per dire loro 'hallo'. "Hallo", mi risponde giustamente Colin. Oddio che fa, mi prende in giro? Solo adesso, scrivendo, mi rendo conto che il termine corretto era 'Goodbye'. Noto che Ale si è fatto autografare il pannello promozionale di AV1 che tiene in ufficio. Fan-culo.
Quando gli XTC se ne vanno, mi accorgo che il monitor di un computer è acceso sulla pagina web di Dave Gregory. Prima di andar via anch'io, mi volto verso di lui e mormoro: "Thank You, and… Good Night".


XTC su Kataweb (cerca XTC)

Nelle pagine dedicate agli XTC:

  • l'articolo di Riccardo Bertoncelli 

  • ascolta "Stupidly Happy" e "I'm the man who murdered love"

  • vedi l'intervista a Andy Partridge e Colin Moulding

  • vedi "La convention" di Alberto M.Castagna

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