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Colin e Andy,  contro la noia finché morte non vi separi 

di Enrico Sisti

Musica di Repubblica n. 183 / 4 Marzo 1999

 

Le loro canzoni sono la dimostrazione che si può rinunciare al business. E vivere felici "altrove".

   Le antologie possibili, scartabellando fra le canzoni degli XTC, sono anche e soprattutto quelle impossibili, dove si riesce per incanto a trovare un accordo fra stili diversi mettendo a contatto i primi singoli (più aggressivi), da "This is pop" a "Ball and chain", passando per "Making plans for Nigel", e le più sofosticate, eteree e quasi metafisiche proposte dell'età matura, da "This world over" a "The disappointed", passando per "King for a day". La lettura trasversale della storia XTC spalanca un universo di "altri significati". I dischi del gruppo, grandi e piccini, riusciti alla perfezione o riusciti solo a metà, sono degli ipertesti formalmente ineccepibili. Vi si può accedere in qualunque momento. E va letta anche la notazione stampata in corpo sei sul retro di copertina. Sono i frutti della libertà. La stessa del pubblico, che può eludere in qualsiasi momento la sorveglianza dei custodi della tradizione (la scansione della vita di una band secondo dischi ufficiali o singoli predeterminati) e decidere di percorrere la strada dei bootleg, dei demo o dei singoli "arbitrari". Gli XTC sono forse l'unica band in grado di offrire tali opportunità senza mai incappare in cali qualitativi (la circolazione ad esempio dei demo di Partridge ha anticipato la bellezza di Apple Venus vol. 1 dimostrando quando un demo può avere già tutto della canzone finita). Intanto gli XTC finiranno domani 5 marzo un breve tour promozionale per le radio d'America (13 date). Si era anche sparsa la voce che Partridge e Moulding avrebbero potuto imbracciare delle chitarre. Altra notizia (stavolta vera): Willie D., ex-Geto Boys, ha avuto il permesso di citare il primo verso di "Dear God" in una canzone del suo nuovo album. In origine era un bambino a cantare, vicino a Willie D. ci sarà una bambina.

 

 

 

 

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