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X T C

di Alessandro Andolina
Si ringrazia Nic Denton per l'indispensabile collaborazione.

Velvet n. 6 - Marzo 1989

 

Oranges & Lemons

Dopo più di due anni di assenza dalla scena discografica, gli XTC pubblicano, in data 27 febbraio, un nuovo album in formato doppio, intitolato Oranges And Lemons. Registrato a Los Angeles, il disco (il nono ufficiale della band) è prodotto da Paul Fox (Yes, Boy George), mentre a suonare la batteria c'è questa volta Pat Mastelotto (Mr. Mister). Osannati dalla critica in più momenti della loro carriera musicale, gli XTC non hanno mai goduto dell'atteso successo commerciale: la loro natura artistica ha pochi degli ingredienti richiesti oggi ad una pop-band da classifica; poco male, anche se il gruppo ha smesso di suonare dal vivo, ed è particolarmente improbabile un suo ritorno sulle scene. Interpreti di una musica sempre interessante da ascoltare, vivace ed ironica, intelligente a accattivante, gli XTC possono oggi contare su un gran numero di ammiratori sparsi per tutt'Europa: a partire dai primi anni '80, sono stati in grado di scavarsi una nicchia in molte collezioni di dischi, e di godere di un gradimento e di un'ammirazione propri di una cult-band di tutto rispetto.
A guidarli, senza nulla voler togliere a Colin Moulding (basso) e Dave Gregory (chitarra), c'è Andy Partridge, autore di gran parte della loro musica, personaggio estremamente interessante, dall'immaginario variopinto e fantasioso: è lui che incontriamo, alla vigilia della pubblicazione del nuovo album, negli uffici della Virgin. Partridge appare oggi come un maturo e tranquillo signore di campagna, dalla metafora facile, dal linguaggio particolarmente brillante, sempre pronto ad attingere spunti dalla letteratura favolistica, capace di saltare da un argomento all'altro nello spazio di un solo periodo. Ecco il resoconto di questo bellissimo incontro con il leader di un gruppo che (scusatemi l'unica considerazione squisitamente personale di quest'articolo) alberga da molti anni nel mio cuore.

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Nuovo album, dunque, intitolato Oranges And Lemons, ma non è l'inizio di 'Ballet For A Rainy Day" da Skylarking?
Si, ero un po' preoccupato che qualcuno mi tirasse fuori una cosa del genere, ma il titolo mi suonava molto appropriato per la musica di quest'album, cosi ho pensato che Oranges And Lemons valesse molto di più come titolo che come primi versi di una canzone; niente di programmato, solo una coincidenza.

Come mai avete scelto Los Angeles come sede di registrazione?
Siamo andati lì perchè era meno caro rispetto all'Inghilterra; Paul Fox (il produttore, ndr) conosceva questo studio, costava molto meno che qui. Los Angeles non era una città in cima alla lista dei posti che volevo vedere: non mi piacciono le giornate assolate, non sono particolarmente entusiasta del tipo di vita degli americani, quindi si è trattato solo di un'esigenza di budget, anche se poi ci siamo mangiati il fegato perché il lungo tempo trascorso nello studio ci è venuto a costare tanto quanto realizzare il tutto in patria.

Pensi che sarebbe stato diverso registrare in Inghilterra?
No, per tre motivi. Uno, perché le canzoni sono quelle che sono. Due, perché è esattamente il tipo di trattamento che desideravamo per tutte le canzoni. Tre, perché Eddthacker (l'ingegnere del suono, ndr) è un ottimo tecnico e ci ha permesso di trasmettere nella musica quanto volevamo, ha reso tutto così limpido e preciso, pieno di sfumature cromate. Ma anche Paul Fox; abbiamo lavorato tutti con grande affiatamento, come una squadra.

Anche parte di Skylarking fu registrato in America, a New York, eppure sembra che la vostra musica non si distacchi molto da atmosfere tipicamente inglesi...
Già, molta gente associa gli XTC con musica d'ispirazione country, ma non è qualcosa che immettiamo di nostra volontà, fa parte della nostra personalità musicale; non abbiamo mai pensato di fare pezzi più "cittadini", non può uscirne dell'altro, si tratta senz'altro di un incidente divino!

Grande cura degli arrangiamenti e dei suoni in quest'ultimo album; è cambiato anche il tuo modo di cantare?
Cantare è per me adesso una nuova esperienza, prima abbaiavo al microfono e finivo subito la voce dopo essermi ubriacato al pub. Come autore mi sembra che vada molto meglio, ancora sulla cima di un pendio, col cammino in discesa. Quando canto mi concentro su come trasmettere l'idea presente in una canzone e su come renderla comprensibile a chi ascolta: sto pure curando l'armonia, e ciò che l'armonia può fare; nulla di automatico, comunque, sono cose che si apprendono lentamente. Penso che adesso le nostre canzoni siano davvero buone, ma guardando in retrospettiva non sono della stessa opinione rispetto a quando cominciammo, eravamo un po' adolescenti e sbraitanti; così non posso ascoltare nulla delle vecchie cose, le rifarei in maniera completamente differente. Ricordo che mi trovavo il mese scorso a Bath in un caffè: probabilmente il proprietario mi ha riconosciuto ed ha messo su una cassetta di White Music. Io sentivo tutti gli errori in ogni pezzo e, quando mi ha chiesto cosa volessi ordinare, gli ho detto di togliere subito quella robaccia. E come se avessimo davanti delle foto di bambini nudi; ero così allora ma non più oggi.

Tornerete a suonare dal vivo?
No, non ho nessun desiderio di farlo ancora, le mie ossa non me lo permetterebbero! Non si tratta di qualcosa che ho in programma. Non penso che anche allora fosse una cosa particolarmente fatta bene, quasi come se vendessi me stesso, non ero assolutamente nello stato di salire sul palco a dire a tutti "Ehm, guardatemi sono fantastico!", c'era qualcosa che non funzionava. Del resto avevamo troppe limitazioni dal vivo, penso che proprio nel momento in cui abbiamo smesso di proporci on stage la nostra musica è diventata colorata; prima eravamo monocromi o con solo due colori, ma dopo aver scritto English Settlement tutto si è colorato ed ho deciso di non suonare più dal vivo, fare soltanto dischi e cercare di sviluppare la nostra musica, e proprio per questa ragione parlo di colori: prima poteva essere solo rosso e blu o soltanto bianco e nero, adesso la gamma di tinte si espande in tutte le direzioni. A partire da English Settlement la nostra musica è diventata di gran lunga migliore: se avessimo continuato con i tour i nostri album ne avrebbero risentito, forse ci saremmo sciolti. In ogni caso la musica non sarebbe cresciuta, anzi, sarebbe morta, così mi è sembrato opportuno trapiantarla altrove, in un'atmosfera più adatta per svilupparsi.

Ci spieghi meglio questa tua "teoria dei colori"?
Penso molto in termini di colori, specialmente per quanto riguarda la musica: qualcosa come "Seagulls Screaming Kiss Her Kiss Her" (da Big Express, ndr) è fatta per essere nebbiosa, con molte tonalità di grigio assorbite, o la nuova "Chalkhills And Children ha del blu e del verde, cielo e terra insieme. Ci sono dei colori generali, colori-base che sembrano uscire fuori da ogni album e che predominano nella copertina. Skylarking col suo blu da cielo estivo che avvolge tutta la musica, English Settlement col suo verde collina, e le stesse sensazioni con quest'album, ci sono colori luminosi e brillanti che hanno a che fare con l'ottimismo della musica. Già, arance a limoni, colori d'agrumi.

Hai pensato dunque ad una copertina molto vivace...
Si, si tratta di un'immagine particolarmente luminosa a variopinta, un classico pop-art o popbeat, concepita secondo uno stile che ho sempre desiderato adottare: sono state sempre geloso di quelle di gruppi come gli Who, velocissime, o dei Beatles, "oldies but goldies", qualcosa di simile ai dischi di artisti come Milton Glacier o Heinz Adlemann, così ho cercato di rubare degli ingredienti e di mischiarli insieme. Di solito, come dicevo, le nostre copertine descrivono la musica che c'è nel disco e penso d'esserci riuscito anche in questo caso, senza alcuna eccezione! Dai colori che ci sono fuori si intuisce l'ottimismo dell'album, colori d'arance e limoni, colori molto vibranti: avrei voluto realizzarla con dei fluorescenti ma veniva a costare troppo, così abbiamo optato per una cascata di arance a limoni che cadono giù dall'alto della copertina su uno sfondo molto luminoso.

Colori fluorescenti, XTC ed ecstasy. Nessuno vi ha ancora scambiato per una acid-band?
Molti, effettivamente, ci hanno domandato se il nome avesse a che fare con le droghe, ma la risposta è un sonoro no! Forse è un problema per chi non ci conosce, ma non per i nostri vecchi fans. Se proprio vuoi sapere da dove viene il nome XTC, forse non ci crederai e penserai quale stupida maniera è questa per trovare un nome, eppure l'idea venne da Jimmy Durante (comico americano, ndr) che recitava suonando il piano in maniera demenziale con un imbuto in bocca, in modo da provocare degli strani suoni vocali zeppi di consonanti: uno di questi ci suggerì l'idea, buona e facile. Semplicemente tre lettere ottime da pubblicizzare e divulgare velocemente; ci sembrò, allora, perfetto.

Tornando al nuovo disco, come mai è venuto fuori doppio; pensate di ricompensare così L'attesa dei vostri fans?
Scriviamo sempre un numero maggiore di pezzi di quanti ne servono: questa volta ne avevamo 24, il produttore voleva inciderne 10, noi tutti, così siamo giunti ad un compromesso su 15. E 15 canzoni insieme vanno proprio bene.

Riesci ad indicarci quale tipo di atmosfera sta dietro la composizione delle nuove canzoni?
Ciò che accade è che chi scrive (nel nostro caso io e Colin) ha una particolare atmosfera che vuole iniettare nella musica in modo da inglobare allo stesso tempo il testo. Dovrebbe essere tutto come un set compreso di palco, all'interno del quale gli attori dovrebbero vestire i costumi adatti, stando di fronte al set, per ottenere la giusta atmosfera così che la musica diventi lo sfondo ideale, in grado di rendere completa la scena con gli attori e i loro costumi. Se qualcuno di noi si veste da cow-boy, non posso indossare un costume da mandarino cinese! In altre parole, questa è l'atmosfera che si crea nella tua testa e che devi comunicare agli altri durante le prove. Per "Mayor Of Simpleton", ad esempio, l'idea è stata di comporre una musica che ricordi le campane, come quelle dei colleges e delle university; la bass-line somiglia ad una pagina di Bach ma è anche una sorta di continuo rintocco (e qui Mr. Partridge ci canta il resto). Ho sempre associato l'insegnamento ai colleges, ed i colleges con le campane, così attraverso questo processo, questo continuo ridipingere lo scenario che abbiamo alle spalle, si completa la canzone. 

Testo compreso, s'intende...
Certamente, l'idea in questo caso era che non c'è bisogno di grandi titoli di studio per sentirsi una persona dotata di sentimenti, il tutto su una musica che avesse un qualcosa di "scolastico". Ricordo che durante le prove Colin arrivò con delle scale di basso che mi facevano pensare a cose del tutto differenti da qualsiasi luogo in cui s'apprende qualcosa: così siamo giunti a comporre, dopo sane discussioni, la bass-line su queste scale di campane, in maniera da ricollegare l'atmosfera delle scuole e dei colleges. Sono queste piccole cose che vanno dentro la nostra musica.

C'è qualche altra canzone che ti viene in mente a proposito?
"Scarecrow People", che è una delle mie favorite, proprio perchè il testo si adatta bene alla musica a viceversa. Ho pensato alla comune idea presente nelle favole secondo la quale gli spaventapasseri sono descritti con i peggiori aspetti della natura umana; in sostanza sono come noi, niente cervello, niente cuore, completamente morti, dal collo in su (e dopo le ovvie risate, Mr. Partridge improvvisa un'imitazione di uno spaventapasseri: "non è fantastico che gli uomini hanno cose come il benessere, l'odio e tutto il resto. Tu ci puoi insegnare tutte queste cose, noi non pensiamo, proprio come te, perchè non ci facciamo un giro insieme??"). Ciò mi è sembrato molto appropriato all'atmosfera della musica che è stata composta per suonare con un che di rurale, proprio il tipo di musica che potrebbero suonare gli spaventapasseri: tante percussioni con pentolame, o con tutte quelle cose che loro possono raccattare intorno alle fattorie, bidoni da latte, assi di legno, ci sono poi suoni di gomma e di paglia, mentre la batteria continua ad irrompere... e come cercare di descrivere un'intera orchestra di spaventapasseri.

Suoni insoliti anche in 'Poor Skeletons Steps Out', questa volta con un gruppo di scheletri per protagonisti?
Esattamente, qui la chitarra suona come se qualcuno strappasse le ossa di un braccio e le pizzicasse, facendole vibrare.
Il basso suona invece come un soffio profondo e cupo quale si può ottenere da un tubo, esattamente come se qualcuno afferrasse un osso e ci soffiasse su. Tutto è concepito per avere suoni di ossa, che saresti capace di suonare sul tuo corpo, ovviamente allo stato di cadavere in decomposizione... 

C'e poi un bellissimo duetto fra la tua voce ed il basso di Colin Moulding in `One Of The Millions', che invece è stata scritta da quest'ultimo: qual è la tua impressione sulle sue canzoni?
Ah, "One Of The Millions", grazie, tentiamo sempre d'andare d'accordo (grandi risate): penso che sarebbe un pezzo perfetto su una di quelle raccolte della Island degli anni '70, non so per quale motivo, ma ogni volta che abbiamo provato questa canzone ho pensato a quelle antologie con Jethro Tull, Nick Drake ... ma questa è senz'altro una osservazione di parte. Liricamente le canzoni di Colin sono molto giù, molto introspettive, direi: in "Cynical Days", ad esempio, lui si vede più cinico, riconosce che non è necessario fare alcun bene ed infine chiede assistenza sociale per esser guarito da questo stato, il che è più che interessante visto che di solito le persone che diventano ciniche non lo riconoscono: lui invece se ne rende conto e ne ha fatto una canzone. 

Multicolore anche l'orientamento compositivo dei vostri testi; nessuna direttrice, ma anche qualche parere politico? 
L'unica direzione nei nostri testi è rappresentata dal fatto che Ii scriviamo io e Colin. Gli argomenti poi, sono relativamente diversi: forse ti riferisci a "President Kill Again", che è il mio atto di sfiducia nei confronti dei politici, ed ho pure un'interessante teoria in proposito:
i politici sono quelle persone che diventano tali per acquisire potere e sono proprio quelle persone per cui non bisognerebbe votare. Perciò per farli salire al potere bisogna votarli, ma essi, proprio perchè vogliono acquisire potere, diventano le persone che non meritano il tuo voto. E' una situazione senza via d'uscita. Chi è desideroso di raggiungere uno stato di potere sopra gli altri è del tutto lontano dal tipo di persona cui affiderei il mio voto. E' un po' difficile da spiegare, un paradosso. lo non voto, non posso e non voglio. Non voto per nessuno perchè non voglio affidare potere a nessuno. La politica? Tutta una farsa, un perfetto circo, un inganno che si perpetua altrove ma che non mi tocca personalmente. Se qualche partito politico sale al potere e butta giù dal letto la mia famiglia nel bel mezzo della notte, farei qualcosa a proposito, non cercherei di cambiare le cose con una crocetta fatta a penna su un pezzetto di carta, penso che mi armerei di pistola, metterei su un piccolo esercito privato e comincerei a ribellarmi; insomma, qualcosa di positivo, non solo con una penna, per questo non voto.

Cambio di batterista anche per questo nuovo disco. Ci racconti come è nato il contatto?
Pat Mastelotto è un amico di Paul Fox, e parlando con quest'ultimo a proposito di un batterista da impiegare nell'album ci disse: "conosco Pat, lui sa che sto lavorando con voi a questo disco e so che morirebbe pur di suonarci su, è un grande fan del gruppo ed è pieno di entusiasmo". Be', noi abbiamo risposto che se era in grado di suonare bene la batteria e se era entusiasta ciò bastava. Sai benissimo che non si può frenare l'entusiasmo, così abbiamo cominciato a provare, e Pat si è rivelato un grandioso batterista per nulla impaurito d'usare la tecnologia a disposizione: lui è il tipo che ti programma una parte nella drum-machine e (da solo) ci suona sopra. Moltissimi batteristi non programmano un bel niente, e se gli dici qualcosa del genere rischi di farti ammazzare: forse perchè gli apparecchi li infastidiscono o perchè pensano sia una sorta di sfida nei confronti della loro capacità. Pat invece desiderava un approccio ed un uso della tecnologia. Quando suonava, poi, non riuscivamo a capacitarci, perchè il suo stile era molto simile a quello di Terry Chambers (primo batterista del gruppo, ndr). Guardandolo fisso, qualche volta avvertivi la stessa potenza di Terry, la stessa natura di batterista: senz'altro una strana sensazione, ogni volta che suonavamo insieme. Siamo molto contenti di averlo avuto con noi e del suo lavoro per l'album, si è trattato davvero di un'ottima opportunità.

Pensate di usarlo ancora in futuro?
Può darsi, anche se mi piace l'idea di scegliere diversi batteristi per ogni album, proprio perchè cambia l'angolo che vogliamo dare alla nostra musica. P. Prince su Skylarking, ad esempio, era molto teso, con un modo di suonare molto nervoso e contratto, con continui scatti. Pete Fipps su Big Express e su Mummer era molto più un batterista tipo-Neanderthal, usava per lo più i tom-tom, mentre Pat è stato un vero e proprio motore, un ottimo rock-drummer, con buone e solide fondamenta su cui appoggiare tutte le nostre idee.
Sono molto positivi questi "flirt" con altri musicisti in occasione di ogni album: se scrivi una canzone e vuoi metterci una tromba, devi andare a bussare alla porta di un trombettista e chiedergli se vuol suonare con te. C'è una sorta di ritorno in tutto ciò, del resto gli XTC sono molto isolani (e per isola s'intende Inghilterra, naturalmente) e non girano tanto a sperimentare con altri musicisti.

E' qualcosa che ti limita nell'ambito dei tuoi futuri progetti musicali? 
Forse. Ci sono tantissime cose che vorrei fare ma che non posso da solo. Mi piacerebbe essere coinvolto e lavorare con un'orchestra: ho un piccolo stupido progetto, penso che sarebbe interessante riscrivere qualche nostra vecchia canzone con degli arrangiamenti per brass-orchestra oppure farne delle marce... anche cose come "Into The Atom Age" (da White Music, ndr) potrebbe essere una grande marcia, o "Ladybird", potrebbe essere un ottimo, leggero e dolce pezzo per ottoni, molto caldo e soffice, ma chi diavolo comprerebbe una musica del genere? Certamente non le persone che comprano i nostri dischi, così simili operazioni sono molto pericolose.

Questo ti spaventa?
Si, un po', mi piacerebbe farlo, ma una volta fatto il disco, chi lo comprerebbe? E se nessuno lo ascolta, si suppone anche che nessuno l'abbia fatto...
Forse dirotterai il tutto sui Dukes of Stratosphear?
No, non più. Ho fatto fuori i Dukes in un bizzarro incidente di giardinaggio. Penso che i Dukes siano finiti: non possiamo raccontare la stessa barzelletta, inscenare la stessa commedia, o rifare lo stesso film, è stato fatto. Abbiamo avuto l'occasione di ringraziare tutti i gruppi cui ci sembrava dovuto, e non penso che dovremmo ripresentarci ancora chiedendo alla gente di restare indifferente, non sarebbe nulla di speciale. Ma ci sono altre cose: mi piacerebbe fare una raccolta con dodici gruppi diversi per dodici tipi diversi di musica.

Gruppi dell'area di Swindon, dove abitate?
Non esattamente, noi suoneremmo in tutti i gruppi, ognuno con una musica completamente differente. Un'occasione per divertirci a trasmettere questo divertimento a chi ci ascolta, magari non indovinando che ci siamo noi dietro ogni gruppo. Ciò perchè amiamo le raccolte, specialmente le primissime, degli anni '70: spendevamo i nostri piccoli guadagni di allora in antologie, e ce n'erano parecchie in quel periodo. Questa è stata una cosa che ci ha influenzato, in qualche modo. Potevi spendere poco più di una sterlina per una raccolta, piuttosto che comprare un album a prezzo pieno che magari non conoscevi, e che non ti sarebbe piaciuto per intero. Così si compravano le antologie e questo ti permetteva di esporti a tipi di musica che non avresti normalmente ascoltato, e questo è stato il pregio di quelle raccolte, forzarti ad ascoltare insieme differenti tipi di musica,con minore spesa.

Hai parlato prima di lavori con un'orchestra, hai in mente un'esperienza come quella di Zappa, per caso?
No, per nulla. Mi piacciono i timbri ed i toni dell'orchestra che non puoi ottenere in nessun'altra maniera e non puoi neanche imitare, l'armonia degli strumenti a corda, la sezione fiati, le percussioni... si tratta, comunque, di un progetto abbastanza avanti nel futuro. Per cominciare a scrivere musica del genere ho bisogno di entrare in contatto con qualcuno che già lo fa, impostare tutte le partiture ... è qualcosa che voglio veramente fare, lasciare qualcosa alle spalle, non soltanto nei formato-top di tre minuti, ma qualcosa di forma differente (e qui comincia un vivace sogghigno), comincio a bramare un certo desiderio di immortalità...

Be', sei diventato padre di due figli...
Proprio ciò che volevo dire a proposito di lasciare cose alle spalle, un desiderio per una sorta di lascito; l'avere avuto dei figli mi ha fatto cambiare opinione sulla musica: adesso l'aver generato la vita umana mi sembra molto più importante del resto. Di colpo ho realizzato a cosa servisse il mio coso! Non per pisciare, ma per trasmettere vita umana, ed adesso che ci sono arrivato, sembra che tutto funzioni a meraviglia: è fenomenale!
Ciò copre completamente la musica, faccio meno il prezioso, così come non sono più preoccupato se la mia musica non piace alla gente, merda!, ho dei figli!

 

 

 

 

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