COAL FACE 1984

 

La copertina di The Big Express è riempita da una foto di una grande ruota arrugginita di una locomotiva. La busta del vinile è ritagliata circolarmente, ma quella non ritagliata del CD rivela un piccolo segreto. Quasi ad ore cinque, godendo del calore di una lampada fotografica, c'è un grillo. Una cavalletta, per Giove! Una creaturina che sta per essere schiacciata da una macchina enorme ed inarrestabile. Uno smeraldo luminoso fra la sporcizia industriale del Great Western Railway Museum. Si era intrufolata nelle sedute fotografiche, ma per gli XTC gioca un ruolo metaforico, un gioiello nel fango di Swindon, ignaro di quello che sta succedendo, del fatto che sta per essere schiacciato dalle ruote dell'industria.

Andy Partridge si è spesso lamentato che i fanatici della moda li prendano di mira a causa delle loro origini swindoniane. Non ha mai sopportato il paragone con i Talking Heads, non perché rifiuti il retaggio musicale comune, ma perché pensa che le loro forti origini newyorkesi abbiano molto a che fare con il loro successo, così come quelle swindoniane hanno a che fare con la loro mancanza.

The Big Express mostra da parte degli XTC un gran cambiamento di stato d'animo. Andy decide di resistere e di essere determinato, benché pieno di rancore nei confronti della Virgin per la loro debole reazione e per la mancanza di supporto per Mummer. Il che significa essere orgoglioso delle proprie origini inglesi e, cosa ancor più importante, di quelle swindoniane. E' orgoglioso di provenire da Pig Hill e desideroso di celebrarlo con un disco forte, un tipo diverso di XTC. Colin e Dave non sono preparati a tutto ciò, ma sono trascinati dal suo entusiasmo, inconsapevoli del fatto che ha composto la maggior parte delle canzoni su una chitarra con la corda del Mi rotta! Si può essere così sfacciati?

La città di Bath è a soli venticinque minuti da Swindon sulla Grande Ferrovia Orientale. Come atmosfera è a migliaia di chilometri. Bath era già una ridente cittadina quando i Romani la modernizzarono duemila anni fa. E' una ricca cittadina piena di palazzi classici dorati in pietra costruiti su colline boschive. Qui David Lord vive e produce dischi nei suoi Crescent Studios. E' anche a migliaia di chilometri dagli XTC. Aveva rifiutato l'invito di Paul McCartney per orchestrare i violini della sua "She's Leaving Home" perché pensava che i Beatles non facessero della musica seria. E' un musicista e un arrangiatore classico, un tradizionalista, un diavolo all'organo. Andy aveva lavorato con lui producendo A Naked Shakespeare, un disco del genio poetico Peter Blegvad. David ne era stato l'ingegnere del suono, ma aveva contribuito al disco con la sua formidabile conoscenza musicale. Tutto ciò lasciato in Andy una profonda impressione. Non ha ancora avuto un guru musicale prima di adesso. David Lord potrebbe tenere testa a qualsiasi conversazione sulla musica, e stuzzica l'interesse di Andy per aree musicali inesplorate.

Ha anche mostrato un certo senso dell'umorismo durante le sedute di registrazione per l'appena velato singolo natalizio degli XTC "Three Wise Men", con il quale gli XTC hanno messo alla prova il suo carattere. Tutto ciò, combinato con un pacchetto produttivo che da loro un illimitato tempo di utilizzo dello studio, persuade Andy che David Lord potrebbe produrre insieme a loro il nuovo disco. Così si dirigono sopra le colline di Bath per la loro prima esercitazione nell'eccesso di registrazioni.

Pete Phipps si unisce a loro ancora una volta, nonostante debba competere con una Linn Drum, la batteria elettroniche della fine degli anni ottanta. Dave Gregory la odia. Necessita di parecchie ore per essere programmata e offre talmente tante scelte che perdono giornate intere nel tentativo di trovare il suono perfetto. Con i toni di colore che le origini orchestrali di David Lord aggiungono alla tavolozza, The Big Express si protrarrà per venti settimane di registrazioni.

Mentre lavorano, continuano i conflitti armati in Mozambico, Iran e Iraq, Libano, Guinea, Camerun, Kashmir, Uganda e Irlanda del Nord, aumentando le spese mondiali per gli armamenti a oltre 100 miliardi di dollari. In America Ronnie il Sicario inizia a prendere di mira una vittoria per ottenere il secondo mandato, mentre parecchi stati dell'America Centrale rimpiazzano i loro presidenti. In Russia il leader sovietico Yuri Andropov cade nel sonno ed è rimpiazzato da Konstantin Chernenko.

A Bath accade un tipo di sciagura differente. Parecchie composizioni scritte da Andy e un paio di quelle di Colin sono puro teatro, e David Lord lo enfatizza al massimo. Le sedute di registrazione per il disco vanno oltre la primavera e si crogiolano nell'estate. Mentre la programmazione continua per ore, Andy sguscia di sopra per giocare con l'idea di un gruppo psichedelico.

Alla fine, anche Lord esaurisce il tempo a disposizione e se ne va per altre sedute di registrazione, lasciando il disco incompleto e causando parecchi malumori nell'accampamento degli XTC. Raccolgono i loro nastri e si trascinano verso Londra per finire i missaggi ai Rak Studios con Phil Tornally. E mentre rimuginano sul titolo dell'album – Coal Face? Under the Rusting North Star? Head of Stem? Mindless Sax and Violins? – si liberano della gestione che li aveva messi in quella situazione!

 

 

THE BIG EXPRESS

PARLANDO TRA LE RIGHE


 

Andy: Signore e Signori, il grande treno espresso sta rombando in città. Salite a bordo per divertirvi un casino. Ci scusiamo per ogni eventuale disguido. La ragione è che siamo dei grossi fessi e non ci importa.

Neville: Commercialmente parlando, Mummer non fu un momento cruciale, vero?

Andy: Il fatto che Mummer non fu accolto meglio di quello che fu mi lasciò sconcertato.

Colin: Crollò completamente, anche se pensai che possedesse dei suoi momenti importanti. Ma avevamo passato molto tempo per remissare e pubblicizzare la cosa che non ci restò molto tempo per scrivere il disco successivo.

Andy: Beh, Dave trovò il tempo per suonare un paio di concerti con il gruppo reggae dei Talisman.

Colin: Cosa fece?

Andy: Lo so. Neanch'io riesco a immaginarmelo con le treccine da rasta. Le uniche trecce che ha sono nella sua custodia della chitarra.

Neville: Dal reggae a David Lord c'è un bel salto.

Andy: Avevo conosciuto David mentre stavo producendo Peter Blegvad e rimasi impressionato dal suo curricilum. Negli anni sessanta era considerato uno dei più arrabbiati giovani compositori ed era molto orgoglioso del fatto di aver rifiutato una richiesta di Paul McCartney per arrangiare "She's Leaving Home". "I Beatles! Musica Pop!" Lo mettemmo alla prova con le sedute di registrazione per i "Three Wise Men", e sembrava comprenderci.

Colin: Musicalmente non aveva certo le mie stesse origini e non mi è piaciuto lavorare con lui.

Neville: Sembra che tu non abbia avuto molta possibilità di scelta.

Andy: Mi piaceva il fatto che sapesse dove mettere un contrabbasso o un corno inglese. Era l'organista della cattedrale di Canterbury e titolare della cattedra di musica all'Università di Bath. Benvenuto nella brigata dei "Tutte Chiacchiere e Ghette". Pensai, Forse abbiamo trovato il nostro George Martin. O fu solo Millicent Martin? 

Colin: Ma non badava al significato delle canzoni. Credo pensasse solo alla forma. Credeva stesse suonando alla Royal Albert Hall. Era tutto così pomposo.

Dave: L'intera faccenda andò fottutamente così per le lunghe che, comunque, non riuscimmo a finirlo con lui.

Andy: Per me The Big Express fu un momento importante. Mi sentii abbastanza segnato dopo Mummer, ma mentalmente mi sentii più forte e penso che questo disco contenga alcune delle mie migliori composizioni. A causa della natura pastorale di Mummer tutti pensarono fosse giunto il momento di mettere da parte le cose acustiche e di alzare il volume. E con David Lord si creò quella interessante tensione tra l'orchestrale e il metallico. La Geffen era a bordo sin da Mummer e mandarono la Signora Bob Dylan, che lavorava per loro, a controllarci. Era una specie di incrocio tra Hedda Hopper e Joan Rivers, una donna molto graziosa. Ma si era fissata con un altro disco pastorale e penso che rimase un pochino scioccata.

Colin: Fu anche il disco della Linn Drum.

Dave: Eravamo sempre dietro a programmarla. Ricordo un intero pomeriggio passato cercando di trovare il giusto suono di un charleston. Fu una cosa stupida e a causa di questo il disco perse in energia!

Andy: Mi dispiace di averla usata. Ero interessato a lavorare con qualcosa di così ostica, anche se rende il disco datato.

Neville: Un pezzo di attrezzatura ad alta tecnologia per un musicista d'orchestra.

Andy: Beh, la sensazione ai Crescent era che fossero molto vecchi e navigati, sebbene avessero una buona attrezzatura e sapessero come usarla. C'erano proprio un paio di vecchi cottage messi insieme alla meglio, con il cortile cinto addirittura da mura per la sala della batteria. Un giorno si presentò un vecchietto, che ci scrutava da una finestra, e ci ricordò che viveva lì. Si sedette e con le lacrime agli occhi ci disse di quando mangiava il porridge vicino al fuoco e che durante i mattini rigidi si sedeva e svolgeva i compiti a casa con la lavagna e il gessetto. 

Neville: Allora, come e perché fu The Big Express?

Andy: Volevo qualcosa che appartenesse a Swindon, e Swindon è famosa per le sue ferrovie. Per un certo periodo avremmo voluto intitolarlo Coal Face, abbiamo anche pensato a Head of Steam.

Colin: Si tratta di Gregsy quando è esasperato.

Andy: E anche Under the Rusting North Star, dopo aver visto la vecchia locomotiva al museo, dove abbiamo scattato le foto. Il Proprietario, Tim Bryan, ci girava intorno in preda al panico per paura che gli spaccassimo i treni.

Colin: Quando annunciammo il concept ero un po' preoccupato perché pensavo che avremmo potuto sprofondare nel provinciale. Eravamo già stati bacchettati perché venivamo da Swindon e la chiara indulgenza per la nostra storia poteva essere vista come l’essere un po’ riduttivi.

Andy: Anche a me ha sempre preoccupato. Gruppi tipo i Police avevano quest’aurea internazionale. Uno americano, uno jazzista, e uno che suonava reggae. Tutti quei flash all'aeroporto. Noi non siamo mai andati oltre Swindon. Le nostre canzoni erano di Swindon come il nostro accento, e Swindon non sarà mai alla moda. Noi eravamo gli anti Police. Ma mi resi conto che ciò che rende attraente una band sono le sue origini.

Colin: Mi piacciono molto i gruppi che sguazzano nella loro sporcizia.

Andy: Così decidemmo di fotografare la copertina nel Museo Ferroviario di Swindon.

Colin: Dovevamo trovarci i nostri costumi e io trovai il mio in un negozio dell'usato a Ferndale Road. Beh, non volevo certo comprarmene uno nuovo per una fottuta fotografia.

Andy: A quanto pare la mia giacca è autentica.

Colin: Fu comunque una giornata di fantasia.

Andy: Non c'erano né champagne, né calze di seta.

Colin: Sì, ma era la fantasia di un appassionato di treni.

Andy: Ho dovuto togliermi la fuliggine dalle orecchie per delle settimane.

 

 

THE BIG EXPRESS

SULLE CANZONI


 

“WAKE UP”

(Colin Moulding)

Non sistemate le vostre casse acustiche. Dalle chitarre stoppate che fanno ping pong sui canali stereo, per passare dal coro femminile fino al basso subsonico da scuoterti il cervello, "Wake Up" percorre tutta la gamma audio. David Lord flette i suoi muscoli musicali e fa assomigliare una meraviglia di tre accordi come la "Creation" di Haydn. Ma Colin scrive "Wake Up" per essere una storiella di vita quotidiana – un collage di ricordi personali che culminano in una più grande paranoia privata. "La frase 'You stayed in bed/You write the note'[1] tratta di me che prendo appunti per scansare il lavoro nel primo periodo del mio matrimonio. Durante i primi anni mia moglie non avrebbe mai voluto lasciarmi andare al lavoro. C'eravamo sempre! 'A morning face'[2] è il viso che vedi tutti i giorni, di solito quello di una ragazza sull'autobus. Ma l'ultima strofa parla di questa paranoia, questo sogno ricorrente che facevo riguardo l'essere il primo ad arrivare sul luogo di un incidente. Quando è la versione positiva del sogno io resuscito la vittima e risolvo la situazione. Se è quella negativa scappo". E' effettivamente una canzone molto semplice, a giudizio di Dave Gregory fin troppo semplice. "Erano solo tre accordi. La parte più forte della canzone erano le chitarre stoppate, ma su quel tema Colin avrebbe dovuto scrivere una canzone migliore. Andava avanti all'infinito senza che accadesse nulla. Sembra un buon modo per iniziare un disco, ma non è certo il mio ideale di esperienza musicale". David Lord vede questa semplicità come un'opportunità per gli abbellimenti. "Portò la mia demo alla Albert Hall e la magnificò da non poterla riconoscere", dice Colin. "Ma fece un bel lavoro", dice Andy. "La gonfiò come fosse una di quelle mongolfiere a forma di palazzo".

 

 

“ALL YOU PRETTY GIRLS”

(Andy Partridge)
(Singolo e brano dell’album)

Jimi potrebbe esserne orgoglioso, anche se sconcertato. Andy sta giocherellando impersonando Hendrix alla chitarra quando se ne esce con gli accordi primitivi di due note che sono alla base di "All You Pretty Girls". Ma viene fuori come una canzone del "HMS Pinafore" di Gilbert O'Sullivan. Un Andy allegro mette un sacco di cerone su parecchie delle canzoni del disco e questa si prende un trattamento completo, compreso il video "ridicolamente" teatrale che ne scaturisce. Come in "Pinafore" la sua visione della vita marinaresca è a tinte rosa. "Penso di aver sempre voluto essere un marinaio come mio padre", dice Andy. "Un terrificante numero di canzoni nel nostro catalogo parlano di barche o del mare, e questa fu la distillazione di tutto il mio fascino sull’essere un marinaio". "Quando Andy portò per la prima volta questo pezzo alle prove e subito dopo alle registrazioni, non sapevo se stavamo passando dalle rotaie roventi alla parodia", dice Colin. "Sicuramente un sacco di giri di basso che ci suonai erano quel tipo di cose che potresti sentire a 'Braccio di Ferro' ". La parodia continua con il coro di Mellotron, registrato da un amplificatore posto dentro un secchio di metallo. Le parole immortalano la scena, in piedi sul ponte di una potente corazzata, osservando il mondo che si allontana. Ma celano immagini sessuali, "rocking in a similar motion"[3]. E rivisitano il paese di sogno subacqueo di "Somnambulist". "Sto forse insinuando che questi sogni sono del tipo bagnato?" si chiede Andy. Probabilmente.

 

 

“SHAKE YOU DONKEY UP”

(Andy Partridge)

Mentre Pete Phipps picchia forte su un'attrezzatura composta da secchi e vassoi, Stuart Gordon fa nitrire il suo violino,  Dave Gregory rende la sua chitarra reazionaria, e lo schiocco di frusta è manipolato digitalmente, gli XTC vanno in esplorazione calciando nel modo montanaro di Beefheart. "Ho sempre voluto fare qualcosa tipo la 'Sure Enough 'n' Yes I Do' del disco Safe As Milk di Beefheart", dice Andy. "E' proprio sfacciata ma ha un orlo bifolco". Per tutte le sue metafore stravaganti, "Shake You Donkey Up" è effettivamente una canzone che parla di Andy che capisce le sue incomprensioni con le donne. "E' un pezzo insignificante sui pasticci che prosegue il discorso di 'Down In the Cockpit'. Penso che mi sentissi colpevole di avere delle opinioni poco chiare sulle donne. La Bibbia mostra le donne o come delle vergini o come delle prostitute e io credo le vedessi come madri con cui fare il prepotente o come fidanzate che si ubriacheranno e mi daranno contro. Così questa canzone cercava di intimare alla gente di stare lontano da un atteggiamento simile".

 

 

“SEAGULLS SCREAMING KISS HER, KISS HER”

(Andy Partridge)

L'interesse di Andy per le faccende sessuali non lo trascinerà mai nel ruolo di Lotario del rock'n'roll, lungi da lui esserlo. La lealtà ostinata per il suo gelido matrimonio terrà lontano l'inevitabile per anni. Ma a quei tempi Erica Wexler ossessiona un angolo della sua mente. Continua a scrivergli lettere, rendendo il matrimonio di Andy ancora più gelido.

"Seagulls Screaming Kiss Her, Kiss Her" usa la metafora teatrale di una desolata località inglese sul mare durante l'inverno per descrivere la sua lotta emotiva. La metafora visuale è così forte che Andy disegna dei bozzetti dell'ambientazione prima di scriverne le parole. "Mi stavo lacerando in silenzio per lei, e questa canzone è uno schiaffo dietro le gambe che dice, 'Scemo! Hai perso l’occasione'. Lei venne alle sedute di registrazione dei 'Three Wise Men' e ricordo che gliela suonai. L'avevo appena scritta e penso che provò a baciarmi, ma io indietreggiai perché ero un uomo sposato".

E' la prima canzone scritta interamente alle tastiere, con due dita di una mano, e una dell'altra. E' libera delle convenzioni editoriali che alla chitarra lo limitano, ed ha poco rispetto per le convenzioni armoniche. "Era una piccola melodia al Mellotron che aveva da diverso tempo", dice Dave. "Mentre stavamo facendo English Settlement era l'unica cosa che riusciva a suonare, ma con The Big Express se ne uscì con questa".

I David, Lord e Gregory, s'indignano per le dissonanze della canzone. "Puntai i piedi, perché le dissonanze erano l'essenza della canzone", dice Andy. Ma David Lord, durante le sovraincisioni agli Odyssey Studios, aggiunge il delizioso euphonium suonato da Steve Saunders.

 

 

“THIS WORLD OVER”

(Andy Partridge)

"Il capo con la faccia famosa" aveva passato un paio d'anni a mettere paura al mondo. L'atteggiamento patriottico fino all'eccesso di Reagan nei confronti dei sovietici non impressiona quelli che non hanno votato per lui. I discorsi dei suoi sicari riaccendono le paranoie di Andy sulla guerra fredda.

La musica si erge mentre Andy suona le figure di accordi di "Compliceted Game" con la chitarra accordata in Mi. "Pensai, Gesù! Questi accordi sono fantastici, e improvvisamente ne uscì questa triste canzone che parla di che vergogna terribile sarebbe se scatenassimo una guerra nucleare. La mia prima figlia stava per nascere e pensai che, so fossi sopravvissuto, sarebbe stato terribile raccontarle com'era la vita in precedenza; che una volta c'era un posto chiamato Londra, che era un posto fantastico che però non c'era più. Scoppiai in lacrime e piansi veramente un paio di volte mentre scrivevo questa canzone". Non c'è un briciolo di batteria vera, dato che ad Andy piace l'insistenza della programmazione alla Linn Drum, nonostante sia lui che Colin adesso ne siano dispiaciuti. Se ne dispiace anche Dave, perché la programmazione porta via un sacco di tempo.

Suonano la canzone dal vivo alla televisione ai tempi in cui Andy sta tentando inutilmente di farsi crescere la barba sottogola. Ne cresce solo metà e non vuole tagliarsela, cosicché questa bella e afflitta canzone la esegue con l'altra metà della barba disegnata dai truccatori!

 

 

“THE EVERYDAY STORY OF SMALLTOWN”

(Andy Partridge)

Signore e signoriiiii!! Ecco a voi gli inimitabili XTC, che imitano Alice Cooper, mentre suonano "Autumn Almanac". I riferimenti musicali sono tutti qui, e li ammettono, ma "The Everyday Story of Smalltown" è uno dei momenti più belli di Andy Partridge. Teatrale fino all'inverosimile, "Smalltown" è costruita su Penhill Estate, in una domenica assolata, mentre una banda che suona coi pettini avvolti nella carta marcia per La Valle – il piccolo inferno di Penhill. Le rime a denti stretti, "Snoring under blankets, woken by the clank/It's just the milkman's dawn round"[4], sono puro musical hollywoodiano, ma l'immagine è assolutamente di Swindon. “"' tutto autobiografico", dice Andy. "Tutte le mattine il lattaio mi svegliava schiacciando il piede sull'acceleratore. Una mattina mi svegliai e pensai, Tutto questo adesso diventerà una fantastica canzone". Altri elementi della vita di Andy infilati dentro: i pioppi lungo Whitworth Road, anche se Colin puntualizza si tratti di tigli; la descrizione che dava suo nonno del serpentone nero di biciclette che andavano verso i cantieri della ferrovia; la camicia da notte nuova in terilene che si comprava ogni anno sua madre. "E' solo un mucchio di cose familiari", egli dice. "E' come dire, 'Chi diavolo vorrebbe rovinare questa cittadina con tutte le sue piccole manie?' ".

Il divertimento si riempie nella registrazione, grazie all'impiego di campioni di ottoni presi in prestito da dei ragazzi del luogo, i Tears for Fears, che appaiono nei credits per la loro gentilezza. Ma l'arrangiamento con i pettini avvolti nella carta suona perfetto per questa celebrazione dell'ordinario.

 

 

“I BOUGHT MYSELF A LIARBIRD”

(Andy Partridge)

A causa di accordi legali con il loro precedente management, gli XTC non sono in grado di discutere i contenuti del testo di questa canzone!

 

 

“REIGN OF BLOWS (VOTE NO TO VIOLENCE)”

(Andy Partridge)

L'odio di Andy per la violenza è, in un certo qual modo, contrario al suo fascino per i giochi di guerra. Prima di iniziare il nuovo album dipinge a mano figurine di ogni uniforme indossata nella guerra di successione spagnola. Gli scaffali di casa sua sono pieni di soldatini. Ma egli detesta la violenza e non riesce a guardare film violenti senza sentirsi nauseato. Con "Reign of Blows" colpisce nel segno. "Reign of blows has washed away the corpse of Abel/Cain is now the king in every Babel"[5] è uno dei suoi momenti lirici più belli. La canzone è arrangiata il più violentemente possibile – voci  ed armonica distorte (Andy adora suonare l'armonica attraverso un amplificatore per chitarra), chitarre metalliche alla Keith Richards sbattute con forza su un'accordatura di Mi aperto, la batteria cacofonica, ed un crescendo di violino su più tracce guaito da Stuart Gordon che ancora fa venire i brividi ad Andy. Naturalmente, tutto ciò non significa che funzioni. "Io credo che la canzone fu rovinata nel missaggio", dice Colin. "Ogni cosa finisce con l'essere rumorosa come tutto il resto. Troppi strumenti con troppa enfasi diventano disordinati". "E' colpa mia", dice Andy. "Chiedendo a Phil Tornally di rendere il suono più violento, più forte, più pesante – cos'altro poteva fare il poveretto?".

 

 

“YOU’RE THE WISH YOU ARE I HAD”

(Andy Partridge)

Due influenze che iniziano a mostrarsi nel modo di comporre di Andy da questo momento sono i Beatles ed Erica Wexler. "You're the Wish You Are I Had" incorpora un pizzico di ognuna – un tocco di "Getting Better" qui, uno pizzico di amore non contraccambiato là. Ma come il titolo contorto, la canzone ha un arrangiamento tipicamente XTC, un brano che va su e giù. Il rullante suona la parte del charleston, il basso suona il controcanto, l'assolo di chitarra si attorciglia e si curva come fosse suonato da Adrian Belew in un frullatore, ed il piano che martella come una pianola da bar. Tutto questo avvolge la storia di una ragazza da sogno. "Suppongo si tratti ancora di Erica", dice Andy. "Fu come costruire questa Eva perfetta in un sogno e controllarne l'immagine con la mia immaginazione – facendole mangiare una pesca o bere una tazza di te". E così questo è tutto ciò che l'immaginazione sfrenata di Andy farebbe fare ad una ragazza!

 

 

“I REMEMBER THE SUN”

(Colin Moulding)

Chrissy Orral era un bulletto di Penhill. Era il ragazzino grosso. Si era arruolato nell'Army Training Corps. Dettava le regole nei Dumps di Penhill. I Dumps erano delle scarpate fangose ai margini della zona. Qui il piccolo Colin e i suoi amici avrebbero scavato la Grande Trincea di Penhil per Orral, il quale era convinto che stessero per ritornare i nazisti e che Scindo avesse bisogno di difese. Anni dopo due accordi solari e quel ricordo accendono questo pezzo leggero e jazzante. "Quella porzione di area abbandonata fu immensamente evocativa per la mia immaginazione", dice Colin. "Mia madre non sopportava che mi bagnassi, così io ricordo il sole perché mi era permesso uscire solo nelle giornate soleggiate. Il sole era il re".

La canzone era stata messa da parte per un po' durante le sedute di registrazione, il grande piano a coda lo aggiungono più tardi agli Odyssey Studios. "La mia demo era più dura perché non sapevamo bene che sapore darle, e quando succede così noi finiamo sempre nell'area del jazz", dice Colin. "E' il posto dove andare quando stai facendo una ricerca", dice Andy, la cui chitarra scarabocchia per tutta la durata dell'introduzione. "Ci sono certi punti della canzone dove ognuno di noi fa le proprie cose", dice Colin. "In certi punti è quasi una forma libera". Ma la canzone fluisce in un modo languido e regolare che la fa risaltare, in parte perché i contributi di Colin sono spalmati in uno strato sottile, e in parte perché Andy scrive canzoni sonoramente più forti.

 

 

“TRAIN RUNNING LOW ON SLOW COAL”

(Andy Partridge)

"Venni fuori con questa idea mentre stavamo missando Mummer agli AIR Studios", dice Andy. "Lo so. Sei solito andare in quel piccolo sèparè", dice Colin. "Il sèparè per farsi le seghe", dice Andy. "Sto parlando del sèparè per cantare, Andy", dice Colin. "Oh! Beh, con chi mi devo scusare?" dice Andy.

I ragazzi rimangono ragazzi, di qualsiasi età essi siano. Il che in realtà è il tema della canzone. Andy realizza, seduto nel separé, giocando col suo strumento, che a ventinove anni si è piuttosto vecchi per essere un musicista pop. "Ero preoccupato di non avere più l'ispirazione, di essere come un treno senza carbone, che trascina due vagoni vuoti, Colin e Dave, verso la discesa". Naturalmente si sbaglia, ma la pressione per produrre dei successi è molto forte, e alla Virgin stanno consegnandogli gli ordini. "Sono un ragazzino di trent’anni che fa quello che gli dicono", cantano le parole.

Il suono mostruoso della registrazione è basato su un suono rallentato della Linn drum e su un giro ciclico in Sol suonato con l'accordatura aperta di Mi che aveva scoperto in quel sèparé per cantare. Aveva sempre visto la canzone metallica e assordante, ma Colin e Dave la pensano diversamente. "C'erano troppe batterie elettroniche che suonavano contemporaneamente", dice Dave. "Avrei volevo farla come nella versione acustica che suonammo per lo spettacolo 'Play At Home' su Channel Four, quella che filmammo nei giardini di Swindon". "Io la vedevo come una cosa alla Richie Havens, o come la 'Big Yellow Taxi' di Joni Mitchell", dice Colin. "Ma nell’istante in cui trovai gli accordi da treno, seppi che l'avrei voluta pesante", dice Andy, la cui testa piena di vapore trasporterebbe qualsiasi argomentazione.

 

 

FUORI DAI BINARI…


 

“RED BRICK DREAM”

(Andy Partridge)  
(Solo lato B)

Da bambino Andy passeggiava per Rodbourne Road, tenendo per mano sua madre, e si meravigliava dell'orribile fracasso che scaturiva da dietro i muri tetri di pietra dei lavori per la Grande Ferrovia. Suo nonno, come tre quarti della popolazione, lavorava "dentro", come si diceva allora. "Sembrava l'Inferno di Dante", dice Colin. Ma quando terminarono i lavori Swindon sembrò scivolare silenziosamente in un coma. "Parecchi lavoratori provenivano dal Galles", dice lo storico locale Colin. "Parevano possedere questo cuore nobile. Erano così poco pretenziosi", dice Andy, che li immortala in una poesia nella quale ricorda gli uomini e le cose che questi costruirono, dai pulsanti e dalle catene alle potenti locomotive per la classe reale, e la vecchia North Star che adesso siede arrugginita nella rimessa ferroviaria. Quando lo contattano per scrivere una canzone per un documentario su Swindon, trasforma la poesia in musica e ne esce "Red Brick Dream". "Ho voluto scrivere qualcosa che non fosse solo una critica per il postaccio", dice. Il filmato lo mostra mentre suona la canzone nella cantina del Crescent, ma la canzone non finisce sul disco. Ha un semplice e toccante arrangiamento missato da Phil Tornally ai Rak Studios, il quale aggiunge il clangore metallico di un piatto da tavola scordato.

 

 

“WASHAWAY”

(Colin Moulding)  
(Solo lato B)

I bambini del quartiere di Penhill spesso scivolavano fuori da scuola all'ora di pranzo. Il rumore del cortile per la ricreazione si sarebbe sparso per tutto il quartiere. Mentre continuava il fracasso, quelli che bigiavano erano salvi, ma allorché il rumore scemava il panico insorgeva. "Questa canzone butta uno sguardo sulla gente che bada ai fatti propri pur di non essere dove dovrebbe – non essere a scuola", dice Colin. "Se non eri a scuola la gente ti guardava come se fossi un piccolo criminale". La piccola e frivola melodia è la prima che Colin compone al piano, anche se è Dave Gregory a suonare l'allegro cantato Cockney/il tintinnante avorio alla "Lady Madonna". Originariamente intitolata "Half Past One", è un collage di immagini della fanciullezza di Colin: Mr. Softee il gelataio, la madre che cuoce il cavolo per il pranzo domenicale, con la condensa che gocciola dai vetri delle finestre delle case popolari, e le ore passate ad aspettare in lavanderia che asciughino i panni. "Molte delle parole sono degli scarti di 'Wake Up'", dice Colin. "Sembra Norman Wisdom che corre dietro al furgone del gelataio", dice Andy. "Se stampi questa cosa ti do fuoco", dice Colin. Allora bruciami!

 

 

“BLUE OVERALL”

(Andy Partridge)
(Solo lato B)

Andy preferisce pagar pegno, piuttosto che commettere un furto, e "Blue Overall" ruba qualcosa alla pomposa bastardizzazione del blues da parte dei Led Zeppelin. "Physical Graffiti mi piace un sacco, e fu probabilmente il punto più alto di una band che insieme suonava magnificamente. Avevano una depressione ed un modo di suonare imbattibile", egli dice. Però dona il lavoro divertente a Dave Gregory, il quale strozza la sua chitarra fino all'orgasmo.

Il gioco di parole su "overall" è una torsione tra le tute dei lavoratori e il titolo originale, "Overall I'm Blue", che descrive più direttamente la natura deprimente della canzone. "Avevo questi stati d'animo depressi, molto più che altre volte. Alzavo la cornetta del telefono e mi sdraiavo sul divano tutto il giorno. E io volevo mettere tutti questi sentimenti nella canzone", dice Andy. "E' l'equivalente dello stato d’animo da 'cane nero' di Winston Churchill", dice Colin. "Sono i Churchill, non gli Zeppelin", aggiunge Andy. "Comunque ho sentito che ne fece una grande interpretazione".

Le parole alludono a quelle persone che criticano i ragazzi bianchi che cantano il blues, e ai famelici squali che infestano le acque torbide della musica. Ma è cantata talmente da folle da risultare alquanto impenetrabile, un tentativo deliberato di svuotare la sua anima nella canzone, come per Lennon lo era  "Yer Blues". Enfatizzata ancor più dalle mostruose percussioni marchate di Pete Phipps, il basso, e la voce in primo piano, che fanno sprofondare le chitarre in una melma di eco. "Mi sorprese il fatto che Andy volesse essere così indulgente con lei", dice Colin. "Finì con l’essere una vetrina per Dave, e fu un bene. Ma se ne lamentò, 'Quello è un fottuto missaggio, la mia chitarra non è abbastanza alta di volume' ". "Lo so", dice Andy. "Ma non volevo che lo facesse lui. La causa fu quel grande e battente mal di testa".

 



[1] trad. “Restavi a letto/Prendendo appunti”

[2] trad. “Un volto mattutino”

[3] trad “Dondolando in un movimento simile”

[4] trad. “Che russa sotto le coperte, svegliata dal clangore/E’ solo il lattaio che arriva”

[5] trad. “Il regno dei colpi ha spazzato via il corpo di Abele/Caino è ora il re di ogni Babele”

 

SONG STORIES
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