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This Is Pop (1986-1992)

 

Mentre il progetto Dukes Of Stratosphear riscuote inaspettate attenzioni, l'etichetta americana degli XTC, la Geffen, coinvolta negli affari del gruppo a partire da Mummer, contrariata dalle scarse vendite di The Big Express, suggerisce di giocare la carta del mercato americano, proponendo un produttore locale, e la Virgin appoggia pienamente l'idea. L'unico ad essere conosciuto dal trio, nella rosa delle proposte, è Todd Rundgren: David Gregory, che ne è un grande fan, contagia con il proprio entusiasmo i compagni. Non sarà un rapporto facile, quello tra i due compositori del gruppo, Partridge in particolare, e il produttore. Dice Moulding: "Todd e un produttore alla vecchia maniera, una specie di George Martin. Lo sai. Vuole scegliere le canzoni, l'ordine della scaletta, tutto. Vuole il controllo del disco che produce. Se ti piace l'idea, allora non avrai problemi. Sfortunatamente Andy non era preparato a una cosa del genere, così non ha un bel ricordo di quelle session, anche se era d'accordo, con noi, di rivolgersi a lui. La Virgin quasi certamente contatto' Todd con la premessa che avrebbe prodotto un disco di grande appeal in un periodo di vacche magre nella carriera del gruppo. Suppongo si possa dire che abbiano affiancato ad Andy un produttore che gli potesse contendere il controllo. A me pareva una occasione da cogliere al volo, sapendo il punto a cui eravamo arrivati. Andy rimase intrappolato nella situazione per parecchie infelici settimane, litigando con Todd su molte cose, anche sulla sequenza della scaletta: con l'appoggio della Virgin cercò di cambiarla, ma non ci fu niente da fare. La cosa divertente è che fu su insistenza di Andy che Dear God venne esclusa dall'album. Solo per poi essere reinserita alcuni mesi più tardi, dopo aver scoperto che era diventata un hit. Suppongo che Todd debba essersi sentito vendicato dalla cosa. Detto questo, fu probabilmente il disco che ci salvò la carriera". Partridge e Moulding, che vive un momento particolarmente prolifico, hanno incominciato a registrare i brani sul quattro piste, sviluppando le idee di alcuni arrangiamenti orchestrali, e li hanno mandati a Rundgren. Questi, senza interpellare nessuno, ha ascoltato, valutato, inserito il tutto in una sorta di concept riguardante il racconto di una vita intera vista attraverso il trascorrere di una sola giornata. Ha pure proposto un titolo, Day Passes. Chiaro che con questi presupposti la trasferta dei tre a Woodstock, dove il produttore ha costruito i suoi Utopia Studios, sarà piuttosto carica di tensioni, e a un certo punto lo stesso Colin, alla richiesta di incidere le parti di basso senza batteria (poi smorzata nella decisione di trasferirsi in California per registrarle con Praire Prince, batterista dei Tubes), e dopo che la sua tecnica allo strumento è stata messa in discussione, minaccia di abbandonare la band. Le session, in ogni caso, vengono terminate. Rundgren non vuole che i musicisti presenzino ai missaggi, ma accetta tutte le richieste di una lista che i tre, poco prima di tornarsene a casa, gli hanno lasciato. Ascoltando il risultato finale a chi scrive è sempre venuto il dubbio che, alla fine, avesse ragione Rundgren. E col passare del tempo, scontri caratteriali e insofferenza nei confronti del presunto sarcasmo del produttore a parte, tutti si dichiareranno felici del risultato. Skylarking ("fare cagnara") sfoggia una copertina da Arcadia moderna ed è bucolico, se ha ancora senso utilizzare il termine, in un modo molto inglese. La trasformazione in gruppo pop di nobile lignaggio (con Beatles e Beach Boys numi tutelari) è ormai completata. Quella che è venuta fuori è una specie di mini-sinfonia in più movimenti, senza momenti deboli e con un buon equilibrio tra strumenti acustici, archi, fiati, e strumenti elettrici e sequenze elettroniche.

Pur senza arrivare ai livelli di visibilità di English Settlement, il disco viene accolto molto bene, soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla già citata Dear God, pezzo di cui l'autore non è soddisfatto. Visto l'argomento, la lettera scritta da un bambino al Creatore per chiedere spiegazioni sull'andamento del mondo, Partridge ritiene di aver messo giù le parole in un modo troppo semplicistico. Uscita come lato B di Grass, la canzone viene pero' trasmessa da molti dj, che ne decretano il successo. Nonostante le minacce dinamitarde delle organizzazioni ultracristiane, il pubblico la apprezza al di là di ogni previsione, tanto che la Geffen ristampa il disco, inserendo Dear God al posto di Mermaid Smiled. Dopo un 1987 in cui spicca il secondo capitolo discografico dei Dukes Of Stratosphear, il 1988 si apre all'insegna di un motivato ottimismo. I discografici decidono che vale la pena puntare ancora una volta sui mercato a stelle e strisce, coinvolgendo questa volta un produttore pop, Paul Fox, uno che ha lavorato per Boy George e gli Yes. Questa volta i musicisti portano con sè le famiglie, e il clima losangelino è accogliente, tanto piu' che il batterista reclutato per le session, Pat Mastellotto, allora in forza ai Mister Mister e nel successivo decennio membro dei King Crimson, è un loro fan sfegatato. "Essendoci infiltrati un poco nel mercato statunitense con Skylarking, tutti erano d'accordo che bisognasse mantenere il vantaggio", dice Moulding, "e un produttore d'oltreoceano sarebbe stato adatto per raggiungere l'obiettivo. Così quando fecero il nome di Paul Fox furono felici che ci piacesse l'idea. Avevamo sentito alcuni singoli a cui aveva messo mano e pensavamo fosse musicalmente molto dotato. E, cosa ancora piu' importante, avendolo incontrato alcuni mesi prima in Inghilterra, Andy dovette pensare che, in quanto a carattere, non gli avrebbe causato problemi. Alla fine credo che la produzione di Oranges And Lemons sia un po' densa e incasinata, ma era la prima volta che Paul lavorava ad un album intero, e tutto sommato non se la cavò affatto male, anche se non sono convinto della scelta di alcune canzoni". Il disco, che ha cambiato nome dopo un iniziale Songs Of Sixpence, è più che discreto, lontano però dalla magia del precedente, potendo contare solo su una manciata di brani davvero memorabili - The Mayor Of Simpleton, King For A Day e l'elegiaca e crepulare Chalkhills And Children, gioiello di jazz alla maniera swindoniana - a dispetto di una scaletta di quindici tracce e un'ora di durata, e rischiando a volte di finire in territori un po' troppo patinati e mettere troppa carne al fuoco. In ogni caso, le college radio, e non solo, lo spingono parecchio.
Sarà il loro maggiore successo in Usa, al punto che il nuovo management convince il riluttante Partridge a imbarcarsi in un breve tour acustico nelle radio, pre-unplugged, e ad apparire addirittura in tv. "Siccome il disco ebbe un certo successo, la pressione su di noi per farci fare una tournée se ne uscì allo scoperto. Andy acconsentì a un tour acustico nelle radio, soprattutto per tranquillizzare la compagnia discografica". Il filmato della esibizione al Dave Letterman Show, dove il gruppo esegue un brano di Colin Moulding, King For A Day, mostra, per non smentire la ormai conclamata riluttanza ad apparire del chitarrista, un Andy Partridge con tanto di cappello e occhiali scuri, sullo sfondo, mimetizzato tra alcuni sessionmen.

Il nuovo decennio inizia in modo piuttosto tranquillo. I tre XTC si godono il successo americano dividendosi tra esperimenti casalinghi, collaborazioni, produzioni. Nel 1991 iniziano a pianificare un nuovo album, cercando un produttore. Il primo tentativo è con Chris Hughes, già con i Tears For Fears, ma non funziona, così chiamano di nuovo la coppia Lillywhite e Padgham: quest'ultimo, ormai lanciatissimo, accetta di lavorare per un compenso ridotto. Viene anche reclutato un batterista di una certa fama, Dave Mattacks, storico componente dei Fairport Convention che a quanto pare ha manifestato la volontà di lavorare con il gruppo, e che viene cooptato alcune settimane prima di partire in tour con i Jethro Tull. Iniziate le prove, Lillywhite si dà improwisamente alla macchia, impegnato a rimettere in sesto il proprio matrimonio. Padgham, a quel punto, si tira fuori, ed è Mattacks a far loro il nome di Gus Dudgeon, uno che ha prodotto la Bonzo Dog Doo Dah Band (uno dei pallini di Partridge), i primi dischi di Elton John, Space Oddity di David Bowie. Un nome prestigioso, che però nasconde un eccentrico e poco accomodante signore di mezza età. L'ennesima sequela di discussioni, la decisione di escludere Andy dai missaggi: un copione già sentito ai tempi di Rundgren. Ma questa volta i missaggi di Gudgeon non piacciono neppure alla Virgin, che estromette il produttore. Il lavoro verrà ultimato da Nick Davis, che ha appena missato l'ultimo album dei Genesis. Il titolo, Nonsuch, fa riferimento all'omonimo palazzo fatto costruire da Enrico VIII nel Surrey e demolito nel 1682. Un luogo perduto, che vive nell'immaginario, e che in qualche modo incarna la natura di rifugio utopistico che il disco, ancora una volta tendente alla classicità, sembra voler rappresentare.
Nonostante il rimaneggiamento produttivo, le canzoni suonano nitide e molto più asciutte di quelle di Oranges And Lemons. "Nonsuch ha un sacco di buoni momenti, ma ancora una volta non mi convinse la scelta di alcune canzoni. Avevamo messo i pezzi ai voti, immagino si possa dire che la democrazia non è stata molto gentile nei miei confronti. Avrei voluto che alcuni tra i brani giudicati più deboli prendessero il posto di alcune tracce selezionate. Andy e Gus sembravano andare d'accordo, ma poi paf! Il missaggio anima sempre profonde passioni nei musicisti. Ripensandoci, se fosse stato promosso adeguatamente, quel disco avrebbe potuto essere un successo commerciale ben maggiore, ma le case discografiche non amano molto gli artisti che non fanno concerti, la loro è una specie di politica del 'se non importa a loro, perché mai dovrebbe importare a noi?', ed è qualcosa contro cui è molto difficile combattere".
Potrebbe essere un successo, se l'etichetta credesse un po' di più in un brano come The Ballad Of Peter Pumpkinhead, del quale si gira comunque un videoclip. E nella sofisticata e complessa, ma non priva di potenzialità, Wrapped In Grey. "Pensavamo fosse il migliore disco che avessimo mai fatto", ricorda Partridge, "e la Virgin semplicemente non lo promosse. Si arrivò al punto che stamparono cinquemila copie di Wrapped In Grey senza mai distribuirle, fu come uccidere un bambino nella culla". Siamo arrivati ad un punto di rottura. Il gruppo ha appena incominciato a vedere i primi soldi dei diritti d'autore sulle vendite degli album, e il fatto che Nonsuch abbia venduto qualche centinaio di migliaia di copie non sposta di una virgola il fatto che il contratto con la major sia assai poco vantaggioso. Partridge, dopo la richiesta di un nuovo contratto che non viene considerata, fa un ultimo tentativo di riconciliazione, ovviamente alla sua maniera. Avendo in mente il discreto successo dei Dukes Of Stratosphear, propone una compilation fittizia di parodie bubblegum pop anni '60, con tutti i brani suonati dal gruppo utilizzando di volta in volta un nome diverso. "Andy sembra divertito dai progetti in cui non deve essere se stesso. A volte pure a me piace salire su quella giostra, ma sono fermamente convinto che la musica che ti realizza di più sia quella in cui sei te stesso fino in fondo, e comunichi i tuoi pensieri agli altri. Avevamo fatto i Dukes con la benedizione della Virgin ma quando vendemmo loro l'idea della compilation li gettammo in uno stato di completa incredulità. Fu come se ascoltassero Springtime For Hitler per la prima volta.
Era comunque una idea appena abbozzata"
. Il rifiuto della Virgin è la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Su suggerimento di Dave Gregory la band, impossibilitata a migliorare il proprio status, utilizza l'unica arma a disposizione: entra in sciopero.

 

 

 

 

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